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Tag: turismo

Gemona del Friuli: dalla mostra fotografica di Elio Ciol alla degustazione di prodotti tipici di qualità

Gemona del Friuli, incastonata tra le Prealpi Giulie, offre un affascinante connubio di arte, storia e tradizioni enogastronomiche. Dalla mostra Sguardi nel tempo di Elio Ciol alle ex Carceri del Castello, fino alle testimonianze storiche come il Castello e il ricordo del terremoto del 1976, senza dimenticare le vicine Venzone e il Parco del Drago, regala un’esperienza autentica nel cuore del Friuli. Tappa imperdibile per i buongustai è il circuito delle Fattorie Friulane, che include l’Agriturismo Londero, la Latteria turnaria di Campolessi e le aziende agricole Cucchiaro e Dreosti, dove è possibile degustare le eccellenze locali tra tradizione e passione per il territorio.

Storia di Gemona

Duomo di Gemona
Duomo di Gemona

Gemona del Friuli vanta una storia millenaria che affonda le radici nell’epoca preistorica. La prima menzione ufficiale risale al 611 d.C., quando Paolo Diacono la descrive come un “castello inespugnabile” nella sua Historia Langobardorum. La posizione strategica di Gemona, punto di passaggio obbligato tra l’Adriatico e i valichi alpini nord-orientali, ne ha determinato l’importanza fin dall’antichità.

Nel Medioevo, Gemona conobbe il suo periodo di massimo splendore. Divenuta libero comune nel XII secolo, la città godeva di importanti privilegi commerciali, tra cui il “Niederlech”, che obbligava i mercanti in transito a sostare e pagare dazi. Questo sistema contribuì alla prosperità di Gemona, che si arricchì di chiese e palazzi signorili. Tuttavia, la conquista veneziana nel 1420 segnò l’inizio di un lungo periodo di declino, interrotto solo nella seconda metà del XX secolo. Nonostante le difficoltà, incluso il devastante terremoto del 1976, Gemona ha saputo rinascere, diventando simbolo di resilienza e ricostruzione, tanto da meritare la Medaglia d’Oro al Valore Civile.

Il terremoto del 1976

Il 6 maggio 1976, alle 21:00, un devastante terremoto di magnitudo 6.5 colpì il Friuli, con epicentro vicino a Gemona del Friuli. Soprannominato “Orcolat” (Orcaccio) dai locali, il sisma causò 989 vittime e oltre 45.000 senzatetto. L’area colpita si estese per circa 5.500 km², coinvolgendo 77 comuni nelle province di Udine e Pordenone.

La ricostruzione, nota come “modello Friuli”, si distinse per efficienza e rapidità. Sotto la guida del Commissario straordinario Giuseppe Zamberletti, si adottò il principio “dov’erano, com’erano” per ricostruire case e industrie. Nonostante ulteriori scosse a settembre, che causarono altri danni, la ricostruzione fu completata in circa 15 anni, dimostrando la resilienza e la determinazione della comunità friulana. Questo evento segnò anche la nascita della moderna Protezione Civile italiana.

Il Castello di Gemona

Vista dal castello di Gemona
Vista dal castello di Gemona

Il Castello di Gemona, situato sulla cima di un colle a 305 metri di altezza, è un testimone silenzioso della ricca storia della città. Le sue origini risalgono all’XI-X secolo a.C., quando fu fondato come punto strategico di difesa e controllo commerciale. Nel corso dei secoli, il castello ha subito numerose trasformazioni, passando dalle mani dei Romani a quelle dei Longobardi, fino a diventare un imponente complesso fortificato nel Trecento.

La struttura attuale del castello comprende resti della cinta muraria, torri e vari interni accessibili ai visitatori. La torre centrale, nota come torre dell’orologio, è particolarmente distintiva e ospitava la storica “campana della Comunità” del 1784. Nonostante i danni subiti dal terremoto del 1976, il castello è stato oggetto di un attento restauro e oggi offre ai visitatori non solo un tuffo nella storia, ma anche una vista mozzafiato sulla valle sottostante. I giardini pubblici, riaperti nel 2008, sono diventati un luogo di eventi culturali e offrono una spettacolare vista sulle montagne circostanti. L’ingresso al castello è gratuito e non richiede prenotazione, rendendolo una tappa imperdibile per chi visita Gemona.

Elio Ciol. Sguardi nel tempo

Mostra elio ciol gemona
Mostra “Elio Ciol. Sguardi nel tempo”

La mostra “Elio Ciol. Sguardi nel tempo” presso le ex Carceri del Castello di Gemona del Friuli offre un’opportunità unica per immergersi nell’opera di uno dei più grandi maestri della fotografia italiana. Inaugurata il 18 gennaio 2025, l’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 15 giugno 2025. Il percorso espositivo attraversa oltre sei decenni di produzione artistica di Ciol, presentando una selezione di opere che catturano l’essenza del Friuli attraverso paesaggi, luci e volti.

Tra le opere più celebri in mostra si trovano i ritratti di Pier Paolo Pasolini e David Maria Turoldo, intensi fotogrammi del film “Gli Ultimi” di Vito Pandolfi, e suggestive fotografie paesaggistiche delle pianure friulane e del Tagliamento. Un’attenzione particolare è dedicata alla documentazione degli affreschi del pittore gemonese Giacomo Brollo nella chiesa di Nova Cerkev in Slovenia, realizzata da Elio Ciol in collaborazione con il figlio Stefano. La mostra, curata dal figlio del Maestro, Stefano Ciol, è il risultato di una collaborazione tra l’Amministrazione comunale di Gemona e numerosi partner culturali, tra cui la Cineteca del Friuli, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva nella storia e nella cultura del territorio friulano.

Cineteca del Friuli

Situata nel quattrocentesco Palazzo Gurisatti a Gemona del Friuli, la Cineteca è uno dei cinque principali archivi cinematografici italiani. Custodisce circa 23.000 pellicole, 30.000 titoli in formati digitali, 50.000 fotografie e una biblioteca specializzata con oltre 25.000 volumi. Le sue collezioni spaziano dai classici dell’animazione al cinema muto italiano ed europeo, con particolare attenzione ai film e documentari prodotti in Friuli-Venezia Giulia. Oltre alla conservazione, la Cineteca organizza eventi come le Giornate del Cinema Muto di Pordenone, gestisce il Cinema Teatro Sociale di Gemona e collabora con istituzioni internazionali per promuovere la cultura cinematografica.

Attrazioni vicino Gemona

Ciclovia Alpe Adria
Ciclovia Alpe Adria

A pochi chilometri da Gemona si trovano luoghi di grande interesse storico, culturale e naturalistico, perfetti per chi desidera esplorare il territorio.

Tra le mete imperdibili spicca Venzone, un borgo medievale a circa 7 km di distanza, noto per il suo fascino architettonico e la straordinaria ricostruzione dopo il terremoto del 1976. Qui, il Duomo di Sant’Andrea e le mummie naturali custodite nella Cappella di San Michele raccontano secoli di storia e tradizione.

Per chi ama la natura e il relax, il Parco del Drago, situato appena fuori dal centro di Gemona, offre ampi spazi verdi e un campo da basket, trasformandosi d’estate in una suggestiva arena per il cinema all’aperto. Non lontano, il Santuario di Sant’Antonio, dedicato al patrono della città, conserva la cella del santo e la cappella dell’Immacolata, rappresentando una tappa di grande valore spirituale. Da qui, la salita al colle del Castello attraverso la galleria a spirale regala panorami spettacolari sulla vallata.

A circa 5 km da Gemona, il Lago Minisini, di origine glaciale, è il luogo ideale per una passeggiata tra paesaggi incontaminati e fauna acquatica. Nelle vicinanze, il Forte di Monte Ercole, risalente alla Prima Guerra Mondiale, offre un’interessante testimonianza storica con una vista panoramica sulla vallata.

Per gli appassionati di ciclismo, la pista ciclabile Alpe-Adria, che attraversa la zona, è un’opportunità perfetta per esplorare il territorio su due ruote, immergendosi nella bellezza del paesaggio friulano.

Queste tappe, tra storia, natura e tradizione, rendono il territorio attorno a Gemona una destinazione affascinante e autentica.

Itinerari escursionistici nei dintorni di Gemona

Parco naturale delle Prealpi Giulie
Parco naturale delle Prealpi Giulie

Gemona del Friuli offre numerosi itinerari escursionistici che permettono di esplorare la bellezza naturale delle Prealpi Giulie. Uno dei percorsi più popolari è la salita al Monte Cuarnan, una cima panoramica che domina la pianura friulana. L’escursione, adatta anche a escursionisti meno esperti, richiede circa 2 ore e 30 minuti per raggiungere la vetta a 1372 metri, offrendo viste mozzafiato sulla valle sottostante e, nelle giornate limpide, fino al mare Adriatico.

Per gli amanti delle passeggiate più tranquille, l’anello del Monte Cumieli e del Lago Minisini rappresenta un’ottima scelta. Questo percorso di circa 10 km parte da Ospedaletto e conduce attraverso paesaggi variegati fino alla Sella Sant’Agnese, combinando interesse naturalistico e storico. Per i più avventurosi, il grande anello del Monte Cjampon offre una sfida maggiore, con un percorso che attraversa ambienti prealpini tipici e permette di osservare interessanti fenomeni geologici. La rete di sentieri ben segnalati nel Parco Naturale delle Prealpi Giulie offre ulteriori opportunità per esplorare boschi rigogliosi e prati verdi, adattandosi a diverse esigenze e livelli di preparazione fisica

Gastronomia locale

Gemona offre un’esperienza gastronomica autentica che riflette la ricca tradizione culinaria friulana. L’Agriturismo Londero, situato in via della Cartiera 72, è un punto di riferimento per chi cerca sapori genuini e un’atmosfera accogliente. Qui si possono gustare piatti della cucina tradizionale friulana, ideali per pranzi, cene e occasioni speciali. La struttura, immersa nel verde, propone porzioni abbondanti a prezzi adeguati, in un ambiente tranquillo che esalta l’esperienza culinaria.

Per gli amanti dei formaggi, la Latteria di Campolessi, attiva dal 1908, offre degustazioni di formaggi autentici prodotti con metodi tradizionali. Un’altra tappa gastronomica imperdibile è l’Azienda Agricola Cucchiaro, dove si può acquistare il famoso frico, piatto tipico friulano a base di formaggio e patate. Per completare il percorso enogastronomico, si consiglia una visita all’apicoltura Dreosti per l’acquisto di miele locale di alta qualità, testimonianza della biodiversità del territorio.

Un’esperienza gastronomica unica è la Festa del Formaggio di Gemona, un evento annuale che celebra la ricca tradizione casearia della regione. Durante la festa, i visitatori possono partecipare a degustazioni guidate di formaggi provenienti da diverse latterie turnarie, come quelle di Campolessi, Valmorel e Peio

Questi produttori locali non solo offrono delizie gastronomiche, ma rappresentano anche un importante aspetto della cultura e dell’economia locale. Visitare queste realtà permette di comprendere appieno la connessione tra territorio, tradizione e sapori che caratterizza la cucina di Gemona e del Friuli.

Agriturismo Londero: tradizione friulana

azienda agricola londero
Azienda agricola Londero

L’Agriturismo Londero, situato nell’incantevole scenario del gemonese, è un’autentica gemma della tradizione culinaria friulana. Gestito con passione dalla famiglia Londero, questo agriturismo offre un’esperienza gastronomica che risveglia antiche ricette di casa, preparate con ingredienti freschi e genuini di propria produzione.

La struttura, immersa nel verde di Via della Cartiera, accoglie gli ospiti in un ambiente casalingo ma di grande professionalità. Il menu propone piatti tipici come il frico, preparato con il pregiato formaggio della Latteria turnaria di Campolessi, gnocchi al grano saraceno, e specialità a base di anatra. L’agriturismo si distingue anche per la produzione artigianale di confetture e conserve, come la composta di mela e peperoncino, ideale per accompagnare i formaggi locali. Con i suoi 60 posti a sedere e un comodo parcheggio, l’Agriturismo Londero è la cornice perfetta per pranzi, cene e eventi privati, offrendo un’autentica immersione nei sapori e nell’ospitalità friulana.

Latteria turnaria di Campolessi

regole e qualità latteria turnaria di campolessi
Lavorazione formaggio

La Latteria turnaria di Campolessi, fondata nel 1908, rappresenta un prezioso esempio di tradizione casearia friulana ancora viva. Questa latteria è una delle poche rimaste a praticare il sistema turnario, un modello di produzione collettiva che affonda le radici nella storia rurale della regione.

Ogni giorno, la latteria lavora circa 20 quintali di latte proveniente da 15 soci conferitori locali, mantenendo viva una pratica che un tempo era diffusa in tutto il Friuli. I visitatori possono osservare il processo di produzione attraverso una grande vetrata dello spaccio, dove è possibile acquistare formaggi freschi e stagionati, tra cui il rinomato formaggio latteria, presidio Slow Food. La latteria offre anche visite guidate su prenotazione, permettendo ai turisti di immergersi completamente nel mondo della produzione casearia artigianale. Questo impegno nella preservazione delle tecniche tradizionali e nella produzione di formaggi di alta qualità rende la Latteria di Campolessi una tappa imperdibile per gli amanti della gastronomia autentica friulana.

Tradizione casearia Cucchiaro

moseanda cucchiaro latte
Latteria di Moseanda

L’Azienda Agricola Cucchiaro, fondata nel 1976 a Gemona del Friuli, è un esempio di eccellenza nella produzione casearia friulana. Gestita dai fratelli Cucchiaro, l’azienda si è evoluta da un piccolo allevamento di vacche a una realtà produttiva completa, trasformando il proprio latte in formaggi, burro e ricotta di alta qualità.

La peculiarità dell’azienda risiede nell’allevamento di vacche di razza Pezzata Rossa, che durante l’estate pascolano liberamente nella Malga Montasio, conferendo al latte un sapore unico e inconfondibile. L’impegno verso la sostenibilità e la qualità si riflette nell’utilizzo di mais prodotto in azienda e nell’adozione di pratiche agricole rispettose dell’ambiente, con 20 ettari di prati stabili ai margini del fiume Tagliamento.

Tra i prodotti di punta dell’azienda Cucchiaro spicca il frico, piatto tipico friulano a base di formaggio e patate, che rappresenta una vera e propria specialità locale. L’azienda offre ai visitatori l’opportunità di acquistare questo e altri prodotti tipici, permettendo di portare a casa un autentico assaggio della tradizione gastronomica di Gemona e del Friuli.

Apicoltura Dreosti: miele FVG

corrado dreosti azienda agricola dreosti corrado
Corrado Dreosti

L’Apicoltura Dreosti, situata nella pittoresca frazione di Susans di Majano, rappresenta un’eccellenza nel panorama apistico del Friuli Venezia Giulia. Questa azienda familiare, attiva da oltre un secolo, ha tramandato di generazione in generazione la passione e la conoscenza dell’apicoltura, dal nonno all’attuale proprietario Corrado.

Con circa 350 alveari dislocati strategicamente nel territorio pedemontano friulano, l’Apicoltura Dreosti produce una varietà di mieli pregiati che riflettono la ricca biodiversità della regione. Tra le specialità si annoverano il miele di tarassaco, di tiglio-castagno, di castagno puro e diverse varietà di millefiori, ciascuno con caratteristiche organolettiche uniche. L’azienda si distingue per il suo approccio rispettoso verso le api e l’ambiente, lavorando in sinergia con questi preziosi insetti per ottenere un prodotto di alta qualità. Questo impegno verso l’eccellenza e la sostenibilità ha portato l’Apicoltura Dreosti a far parte del circuito virtuoso “Io Sono FVG”, che valorizza i prodotti locali di qualità.

 

Arte e vino: Villa Manin a Passariano con degustazione da Vendrame – Vignis del Doge

Ludovico ManinVilla Manin di Passariano, ultima residenza del doge veneziano Ludovico Manin, offre un’esperienza culturale unica che unisce arte, storia ed enologia.  Il programma espositivo del 2025 è ricco di proposte: la villa ospita mostre temporanee come “Obiettivo 13: Arte e cambiamenti climatici” e “Scooter Italia 1945-70: Design in movimento“, mentre il suo maestoso parco di 18 ettari racconta secoli di simbologia del potere attraverso architettura vegetale e installazioni contemporanee. La cantina Vendrame offre esperienze di degustazione che ci riportano alla tradizione secolare dei vini autoctoni friulani.

Villa Manin, architettura e simbolo del potere

Edificata nel XVII secolo come manifesto della potenza familiare, Villa Manin rappresenta l’apice dell’architettura veneta in terra friulana. Il complesso si sviluppa attorno al corpo centrale affrescato, fiancheggiato da due barchesse e caratterizzato da esedre curvilinee ispirate al colonnato berniniano di San Pietro. Nel salone delle feste, illuminato da lampadari di Murano, Napoleone orchestrò il Trattato di Campoformio nel 1797, episodio cruciale che segnò la fine della Serenissima. L’esposizione “Il re, il Kaiser e le oche” (fino al 31 dicembre 2025) ci racconta la storia del complesso nella prima metà del novecento attraverso l’esposizione di una raccolta di un centinaio di foto d’epoca.

introduzione multimediale napoleoneIl percorso multimediale nella Sala del Trattato di Villa Manin offre un’esperienza immersiva unica che riporta i visitatori alla notte del 17 ottobre 1797. Attraverso tecnologie all’avanguardia, i partecipanti possono rivivere i momenti cruciali della firma del Trattato di Campoformio, con Napoleone Bonaparte come protagonista. L’installazione ricrea l’atmosfera tesa delle trattative, proiettando ologrammi dei personaggi storici e riproducendo dialoghi basati su documenti d’epoca. I visitatori possono osservare da vicino le reazioni di Napoleone e del plenipotenziario austriaco Conte Ludwig von Cobenzl mentre decidono il destino dell’Italia e dell’Europa. Effetti sonori e visivi, come il rumore delle penne che graffiano la pergamena e le ombre tremolanti delle candele, aumentano il realismo dell’esperienza, trasportando il pubblico indietro nel tempo per assistere a un momento che ha cambiato la storia.

Design su due ruote

vespa a villa maninLa mostra “Scooter Italia 1945-70: Design in movimento” a Villa Manin celebra l’età d’oro dello scooter italiano, con particolare attenzione alla Vespa Piaggio. L’esposizione presenta oltre 50 modelli iconici, tra cui la prima Vespa del 1946 progettata da Corradino D’Ascanio. I visitatori possono ammirare l’evoluzione del design, dalla scocca portante rivoluzionaria ai cambi sul manubrio, che resero la Vespa un simbolo di libertà e stile nel dopoguerra.

La mostra include anche rare fotografie d’epoca e documenti originali che illustrano l’impatto culturale dello scooter sulla società italiana. Tra i pezzi più interessanti figurano prototipi mai prodotti e modelli speciali come la Vespa utilizzata nel film “Vacanze Romane“. L’esposizione evidenzia come lo scooter italiano sia diventato un’icona del design Made in Italy, influenzando la moda, il cinema e lo stile di vita degli anni ’50 e ’60.

Carrozze e multimedia interattivi

carrozza a villa maninLa Sala delle Carrozze di Villa Manin ospita una preziosa collezione di carrozze dei secoli XIX-XX, parte del Museo Civico delle Carrozze d’Epoca di Codroipo. Questa esposizione offre uno sguardo affascinante sulla storia del viaggio e del costume, mostrando l’evoluzione dei mezzi di trasporto dall’era delle carrozze trainate da cavalli all’avvento delle prime automobili. L’esperienza è arricchita da un’innovativa installazione multimediale che porta in vita la storia del luogo. Attraverso quadri digitali, i visitatori possono “incontrare” personaggi chiave legati alla villa, come il Doge Lodovico Manin e Napoleone Bonaparte, che raccontano le loro storie e il loro legame con Villa Manin. Un tavolo tattile nella Sala della Stufa permette inoltre di esplorare virtualmente l’architettura del complesso e l’evoluzione del parco, offrendo un’esperienza immersiva che combina storia, tecnologia e arte.

Obiettivo 13: Arte e cambiamenti climatici

Obiettivo_13

La mostra “Obiettivo 13 – Arte e cambiamenti climatici“, in corso a Villa Manin fino al 27 aprile 2025, riunisce sei artisti contemporanei: Elena Giovanni Betti, Katharina Fleck, Roberto Ghezzi, Maria Elisabetta Novello, Laura Pozzar e Giorgia Severi. Le loro opere creano un dialogo artistico che esplora l’urgenza della crisi climatica, in linea con l’Obiettivo 13 dell’Agenda ONU 2030. L’esposizione nasce da una riflessione sulla vulnerabilità del complesso stesso di Villa Manin: la siccità del 2023 ha prosciugato i laghetti del parco, minacciando la fauna ittica, mentre 50 alberi secolari non sono sopravvissuti all’aumento delle temperature, segnando un mutamento tangibile nel paesaggio.

Le opere in mostra includono:
Le denunce ecologiche di Elena Giovanni Betti e Katharina Fleck, che mappano lo scioglimento dei ghiacciai attraverso installazioni geografiche. Le “Naturografie” di Roberto Ghezzi, dove tele immerse negli ecosistemi catturano le tracce organiche di ambienti in trasformazione. I lavori di Maria Elisabetta Novello che utilizza la cenere come metafora del fuoco distruttivo ma rigenerativo. Le opere di Laura Pozzar che analizzano le catastrofi naturali riflettendo sull’impotenza umana di fronte a eventi estremi. Le ricerche di Giorgia Severi in Papua Occidentale, dove l’artista documenta l’impatto del turismo e dell’inquinamento sugli ecosistemi marini, in un progetto destinato a evolversi fino al 2026.

Il parco di Villa Manin

I 18 ettari del parco di Villa Manin costituiscono un trattato politico vegetale, dove ogni elemento paesaggistico incarna la volontà di controllo territoriale e rappresentazione ideologica della famiglia Manin. Il disegno originario, ispirato ai giardini di Versailles, replicava i codici delle corti europee con un viale principale di 1,2 km orientato nord-sud, diviso geometricamente in settori corrispondenti alle gerarchie sociali. Il sistema idrico, con oltre 2 km di condotte in cotto, simboleggiava il controllo sulle risorse naturali, culminando nella collina artificiale delle Virtù alta 12 metri. La vegetazione stessa diventava strumento politico, con tigli secolari, cedri del Libano disposti a formare una “L” maiuscola, e un tasso monumentale di 200 anni con chioma potata a forma di leone alato.

L’opera Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, realizzata nel parco di Villa Manin come parte della mostra “Terza Terra”, è rimasta una presenza permanente anche dopo la conclusione dell’esposizione temporanea. Questa installazione botanica su larga scala, che si estende per 50 metri, rappresenta il simbolo iconico dell’artista che esprime l’intreccio equilibrato tra artificio e natura. Creata utilizzando 300 alberi di gelso e uno speciale carbone vegetale chiamato biochar per aumentare la fertilità del terreno, l’opera invita i visitatori a riflettere sulla sostenibilità alimentare e sulla produzione agricola. Il “Terzo Paradiso” di Villa Manin si è evoluto in un’opera vivente che continua a crescere e cambiare, simboleggiando la fusione tra il paradiso naturale e quello artificiale creato dall’uomo, e proponendo una visione di un futuro sostenibile in cui tecnologia e natura coesistono in armonia

Vendrame – Vignis del Doge

Famiglia VendrameRadicata nei terreni che furono teatro del potere dogale veneziano, la cantina Vendrame Vignis del Doge fonde tradizione secolare e innovazione sostenibile. L’azienda, fondata nel 1997, coltiva vitigni autoctoni come Refosco e Friulano. Le etichette delle bottiglie riproducono particolari dei disegni dei giardini di Villa Manin andati perduti. Dal 2015, l’azienda ha ottenuto certificazioni etiche come VeganOK e SQNPI, integrando pratiche sostenibili con metodi tradizionali.

Organizzare la visita

Per ottimizzare la visita, si consiglia di arrivare a Villa Manin usufruendo del parcheggio gratuito. Il tour della villa e del parco si svolge dalle 10:00 alle 12:30. Alle 15:00 ci si può spostare alla cantina Vignis del Doge per il tour enologico e la degustazione che dura circa un’ora e 30. È necessario prenotare.  Si raccomanda un abbigliamento comodo per il parco e una giacca per le cantine (15°C costanti)