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Prosciutto San Daniele DOP: un viaggio millenario nel sapore autentico del friuli

Nel vasto e celebrato panorama delle eccellenze gastronomiche italiane, il Prosciutto San Daniele DOP si erge con indiscussa maestosità, non semplicemente come un salume, ma come un autentico vessillo del gusto, un ambasciatore della raffinata sapienza artigianale che da secoli fiorisce e si tramanda nel cuore pulsante del Friuli Venezia Giulia, conquistando i palati più esigenti in ogni angolo del globo. Parliamo di un’esperienza sensoriale che va ben oltre il semplice assaggio, una sinfonia di aromi e sapori capace di sedurre grazie alla sua dolcezza inconfondibile e persistente, al suo profumo etereo e delicato che evoca ricordi ancestrali, e a quella sua consistenza sublime, quasi eterea, che si dissolve letteralmente in bocca, lasciando un’impronta di pura delizia.

Ma quali sono i segreti gelosamente custoditi dietro questa prelibatezza così rinomata? Vi invitiamo ad accompagnarci in un affascinante e approfondito viaggio alla scoperta della sua storia millenaria, delle sue caratteristiche organolettiche uniche, e dei dettagli più intimi e cruciali della sua produzione, un percorso che svela l’anima di un territorio e la passione dei suoi artigiani.

Un legame indissolubile con il territorio: la storia millenaria e le radici profonde del San Daniele

Le origini del Prosciutto di San Daniele si perdono nelle nebbie di un passato lontano, testimoniando un legame viscerale, profondo e indissolubile con la terra friulana, un vero e proprio patto con la natura. Già le antiche popolazioni celtiche, che con saggezza scelsero di insediarsi in queste fertili zone collinari, avevano sviluppato e perfezionato sofisticate tecniche di conservazione delle carni suine, facendo un uso sapiente e misurato del sale, elemento prezioso e fondamentale. Con l’avvento dell’epoca romana, la cittadina di San Daniele del Friuli, grazie alla sua posizione strategica, assunse un ruolo di crescente importanza, trasformandosi progressivamente in un vivace e dinamico crocevia commerciale, un luogo dove l’arte della norcineria iniziava a delinearsi con contorni sempre più precisi e riconoscibili, gettando le basi per una tradizione destinata a durare.

La fama di questo prosciutto eccezionale, si è andata consolidando e diffondendo attraverso i secoli, come attestano inequivocabilmente numerosi e preziosi documenti storici. Fin dal Medioevo, le cosce stagionate provenienti da San Daniele erano considerate un dono di raro pregio, un omaggio degno delle mense più illustri e dei banchetti più sontuosi. Il potente Patriarcato di Aquileia, entità ecclesiastica e politica di grande influenza all’epoca, ne era un fervente e dichiarato estimatore, e le cronache narrano che persino durante il celebre Concilio di Trento, svoltosi nel lontano 1563, i prelati e i dignitari convenuti da tutta Europa ricevessero in omaggio queste prelibatezze come segno tangibile di ospitalità squisita e di indiscussa raffinatezza culinaria.

Stagionatura dei prosciutti a San DanieleTuttavia, è fondamentale comprendere che la vera, insostituibile alchimia che permette la nascita e la perfetta maturazione di un prodotto così sublime risiede in un fattore ambientale unico al mondo: il microclima irripetibile che caratterizza la cittadina di San Daniele del Friuli. Questa piccola e suggestiva altura morenica, dolcemente adagiata nel cuore geografico della regione, beneficia di un incontro tanto raro quanto benefico di correnti d’aria: le brezze tiepide e cariche di salsedine, provenienti dal vicino Mar Adriatico, risalgono lentamente e costantemente il corso sinuoso del fiume Tagliamento, mescolandosi in un abbraccio armonioso con i venti più freschi, secchi e purificanti che discendono dalle maestose Alpi Carniche. Questa continua e delicata ventilazione naturale, unita a un grado di umidità ottimale e costante durante tutto l’anno, crea le condizioni ambientali perfette, quasi magiche ✨, per una stagionatura del tutto naturale, lenta, graduale e progressiva, elemento cardine e imprescindibile della sua qualità superiore e del suo sapore inconfondibile.

Le caratteristiche organolettiche inconfondibili che definiscono l’anima del San Daniele DOP

Riconoscere un autentico Prosciutto San Daniele DOP è un’esperienza che coinvolge e gratifica profondamente ogni senso, svelando un profilo organolettico di rara eleganza e complessità.

Prosciutto intero Prolongo con zampinoIn primo luogo, la sua forma è immediatamente distintiva e iconica, assomigliando in modo suggestivo a quella di una chitarra o di un mandolino, risultato armonioso di una delicata e sapiente pressatura che avviene durante le prime, cruciali fasi della lavorazione. Un altro dettaglio visivo inconfondibile, quasi un sigillo di autenticità, è la presenza dello “zampino”, ovvero la parte terminale integra della zampa del suino, mantenuta non solo per un profondo e radicato rispetto della tradizione secolare, ma anche per precise e funzionali ragioni pratiche: esso facilita infatti il naturale drenaggio dell’umidità interna residua della coscia e, al contempo, permette una più agevole e sicura manipolazione del prosciutto durante le lunghe e pazienti fasi di stagionatura.

Prosciutto San Daniele DOP affettatoPassando poi all’esame visivo di una fetta appena tagliata, sottile come un velo, si può ammirare il colore vibrante e invitante della parte magra, che si presenta di un rosso-rosato intenso, vivo e uniforme, splendidamente e armoniosamente intervallato dal bianco candido, quasi niveo, e puro del grasso di copertura e delle delicate, sottili venature interne, indice di una corretta alimentazione e di una marezzatura ideale. L’esperienza olfattiva è un preludio fondamentale all’assaggio: il profumo che si sprigiona è un invito irresistibile, un aroma delicato, soave, quasi etereo, con una dolcezza di fondo che può evocare con sorprendente chiarezza sentori di frutta secca tostata, come la mandorla o la nocciola, note fragranti e confortanti di pane appena sfornato o persino un leggero e intrigante ricordo di malto d’orzo.

È importante sottolineare che, con il lento e saggio progredire della stagionatura, questo bouquet aromatico si arricchisce e si intensifica ulteriormente, diventando ancora più complesso, sfaccettato e avvolgente. Infine, il momento culminante, l’assaggio: è qui che il San Daniele DOP esprime tutta la sua grandezza e la sua unicità. Una dolcezza equilibrata, elegante e sorprendentemente persistente domina il palato, accarezzandolo con garbo, accompagnata da una sapidità gentile, mai invadente o aggressiva, che stuzzica e completa il profilo gustativo senza mai sovrastarlo. La sua morbidezza è divenuta leggendaria, quasi proverbiale; la fetta, idealmente sottilissima, si scioglie letteralmente e voluttuosamente in bocca 🥰, rilasciando un retrogusto piacevole, pulito, elegante e incredibilmente duraturo che invita irresistibilmente a un nuovo assaggio, in un circolo virtuoso di piacere.

Materie prime d’eccellenza assoluta: Il segreto fondamentale della Qualità Superiore

La straordinaria e universalmente riconosciuta qualità del Prosciutto San Daniele DOP si fonda su un pilastro inscalfibile: un disciplinare di produzione estremamente rigoroso e dettagliato, che non ammette alcuna deroga, scorciatoia o compromesso. La sua grandezza risiede in una semplicità quasi disarmante, poiché solo due ingredienti sono permessi e necessari per la sua creazione. Il primo, e più importante, sono le cosce fresche di Suino Pesante Italiano, che devono tassativamente provenire da suini nati, allevati e macellati esclusivamente all’interno di un’area geografica ben definita, che comprende dieci regioni del Centro-Nord Italia, specificate dal Consorzio: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria. Le razze suine ammesse sono principalmente la Large White Italiana, la Landrace Italiana e la Duroc Italiana, o altre razze compatibili con gli obiettivi del Libro Genealogico Italiano per il suino pesante.

L’alimentazione di questi suini è attentamente controllata e segue precise direttive, per garantire carni di altissima qualità, mature e con il giusto equilibrio tra parte magra e grassa. Il secondo ingrediente è il sale marino italiano, un elemento essenziale non solo per la corretta conservazione naturale della carne, ma anche per conferire quel tocco di sapidità delicata e caratteristica che esalta e bilancia la dolcezza intrinseca della carne suina.

È cruciale ribadire con forza un aspetto fondamentale che distingue il San Daniele: nessun tipo di conservante chimico, additivo, nitrito o nitrato è ammesso né tollerato nella sua produzione. La magia, se così si può definire, avviene esclusivamente grazie all’azione combinata della natura, al lento scorrere del tempo e alla sapienza artigianale tramandata.

Le peculiarità della lavorazione: un’arte antica tramandata con passione e rigore

Lavorazione del prosciutto con sale marino italianoIl processo di produzione del Prosciutto San Daniele DOP è molto più di una semplice sequenza di operazioni; è un vero e proprio rituale, un’arte antica che si tramanda con devozione e passione di generazione in generazione, affinata e perfezionata dall’esperienza secolare di maestri prosciuttai. Ogni fase è eseguita con cura meticolosa, seguendo i dettami del disciplinare e i segreti del mestiere. Il viaggio inizia con un rigoroso controllo e una scrupolosa selezione delle cosce fresche: solo quelle che rispettano precisi standard di peso, conformazione e qualità del grasso possono aspirare a diventare San Daniele. Segue la fase della salagione, un momento cruciale in cui le cosce vengono cosparse manualmente con sale marino. La quantità di sale e il tempo di permanenza sotto sale sono calibrati con estrema precisione, in funzione del peso della singola coscia, generalmente per un periodo corrispondente a circa un giorno per ogni chilogrammo di peso della carne.

Successivamente, le cosce affrontano la pressatura, una fase distintiva e caratterizzante del San Daniele, che non solo conferisce al prosciutto la sua tipica ed elegante forma a chitarra, ma favorisce anche una penetrazione più uniforme e profonda del sale all’interno delle masse muscolari e contribuisce all’eliminazione dell’umidità residua, preparando la coscia per la lunga stagionatura. Dopo la pressatura, le cosce vengono lasciate a riposo in appositi locali a temperatura e umidità controllate, per consentire al sale di distribuirsi omogeneamente e di iniziare la sua azione conservante e disidratante. Si procede poi con il lavaggio, per eliminare il sale superficiale in eccesso, e con una prima fase di asciugatura.

Arriviamo quindi al cuore pulsante dell’intero processo: la stagionatura. Questa è la fase più lunga e delicata, durante la quale il prosciutto sviluppa il suo aroma e il suo sapore unici. Le cosce vengono appese su tradizionali scalere di legno in ampi saloni di stagionatura, locali ben aerati dove il microclima unico di San Daniele del Friuli può svolgere il suo ruolo insostituibile, accarezzando e maturando lentamente i prosciutti. Molti prosciuttifici storici, come il Prosciuttificio Prolongo, enfatizzano una stagionatura “secondo natura”, affidandosi alle numerose finestre dei loro locali per regolare il flusso d’aria e sfruttare al meglio le variazioni stagionali, proprio come si faceva un tempo. La stagionatura minima prevista dal disciplinare è di tredici mesi, calcolati a partire dalla data di prima salagione.

Sugnatura del prosciuttoDurante questo lungo periodo, avviene un’altra operazione caratteristica e fondamentale: la “sugnatura”. La parte muscolare scoperta del prosciutto, quella non protetta dalla cotenna, viene ricoperta manualmente con un impasto semplice e naturale, composto da sugna (grasso suino purificato) e farina di riso o di frumento. Questo strato protettivo ha il duplice scopo di impedire un eccessivo e troppo rapido essiccamento della superficie della carne e di mantenerla morbida, favorendo una maturazione uniforme.

Al termine del lungo periodo di stagionatura, ogni singolo prosciutto viene sottoposto a un controllo finale da parte di esperti ispettori di un ente terzo, autorizzato dal Ministero. Attraverso la “puntatura”, un esame olfattivo condotto con un sottile ago di osso di cavallo in punti specifici della massa muscolare, si valuta la qualità e la maturazione del prodotto. Solo i prosciutti che superano brillantemente tutti i controlli e rispondono pienamente ai requisiti del disciplinare vengono ritenuti idonei e possono fregiarsi del prestigioso marchio a fuoco del Consorzio del Prosciutto di San Daniele. Questo marchio, che raffigura la coscia stilizzata con la sigla SD all’interno e la data di inizio lavorazione, è la garanzia assoluta di autenticità, tracciabilità e rispetto del metodo produttivo tradizionale, come ben evidenziato sul sito ufficiale del Consorzio del Prosciutto di San Daniele. Riconoscere e gustare l’autentico San Daniele DOP

Prosciutto crudo San Daniele prolongo DOP a fette su un taglierePer essere certi di acquistare un autentico Prosciutto San Daniele DOP, oltre a ricercare l’inconfondibile marchio a fuoco del Consorzio sulla cotenna, è utile osservare anche il tatuaggio indelebile apposto dall’allevatore, che indica la provincia di provenienza, il codice dell’allevamento e il mese di nascita del suino, nonché il sigillo del macello. Questi elementi testimoniano la completa tracciabilità della filiera.

Per gustare appieno la magnificenza del San Daniele, è consigliabile affettarlo, rigorosamente a macchina o con un coltello ben affilato, in fette sottilissime, quasi trasparenti. È fondamentale servirlo a temperatura ambiente, poiché il freddo del frigorifero ne mortificherebbe gli aromi delicati e la complessità del sapore. La sua naturale dolcezza lo rende perfetto da gustare in purezza, magari accompagnato da pane casereccio fragrante, da grissini croccanti, o in abbinamenti classici e sempre vincenti con la dolcezza del melone 🍈 o dei fichi freschi. Dal punto di vista enologico, si sposa magnificamente con i vini bianchi secchi, freschi e aromatici tipici del Friuli Venezia Giulia, come un elegante Friulano, una vivace Ribolla Gialla o un profumato Sauvignon 🥂.

Uno sguardo da vicino: la tradizione del Prosciuttificio Prolongo

Per toccare con mano questa dedizione e comprendere appieno il processo artigianale, vi invitiamo a guardare questo affascinante video realizzato da Fattorie Friulane, che ci porta all’interno dello storico Prosciuttificio Prolongo.

Foto storica prosciuttificio prolongoQui, Alessio Prolongo, che porta avanti la tradizione di famiglia iniziata dal nonno Giovanni negli anni ’50, ci illustra la filosofia di una stagionatura che segue i ritmi della natura, sfruttando il microclima di San Daniele attraverso la sapiente gestione delle finestre, senza l’ausilio di climatizzazione forzata. Viene mostrata la cura nella sugnatura, l’importanza della materia prima friulana e l’utilizzo di un sale marino proveniente da un parco naturale, dettagli che esaltano ulteriormente la qualità e l’unicità del loro San Daniele DOP.

Guardate il video qui: 

Un Patrimonio da tutelare, valorizzare e condividere!

prosciutto San Daniele DOPIl Prosciutto San Daniele DOP trascende la sua natura di semplice prodotto alimentare per elevarsi a simbolo di storia, cultura, tradizione e passione incrollabile. È il frutto prezioso di un ambiente naturale irripetibile, di un microclima generoso e di un sapere artigianale che si è affinato e perfezionato con pazienza e dedizione attraverso i secoli. Scegliere di portare in tavola un Prosciutto San Daniele DOP significa abbracciare un pezzo autentico e vibrante d’Italia, regalarsi un’esperienza di gusto sublime che racconta l’amore incondizionato per la qualità, il profondo rispetto per i ritmi della natura e la custodia di un’eredità gastronomica di valore inestimabile.