Guida ai sapori della Tradizione: i piatti tipici del Friuli Venezia Giulia
Benvenuti in Friuli Venezia Giulia, una terra di confine dove le Alpi si specchiano nell’Adriatico e dove le culture latina, slava e germanica si sono incontrate e fuse, dando vita a un patrimonio culturale e, soprattutto, gastronomico di una ricchezza ineguagliabile!
Preparatevi a un’avventura per il palato, un percorso che vi porterà a scoprire sapori autentici, ricette secolari e tradizioni custodite gelosamente. 😋 Dimenticate le diete e lasciatevi sedurre da una cucina robusta, sincera e piena di sorprese. In questo articolo vi guideremo alla scoperta dei piatti che definiscono l’anima friulana, quelli che dovete assolutamente assaggiare per poter dire di aver conosciuto davvero questa regione. Non sarà un semplice elenco.., ma racconti di cibo che parlano di storia, di montagne, di valli e dell’ingegno di un popolo!❤️
Indice dei Contenuti
ToggleIl frico friulano: l’icona indiscussa della tavola
Non si può iniziare un viaggio culinario in Friuli senza partire dal suo re indiscusso, il piatto che più di ogni altro ne rappresenta l’identità: il frico. Questa prelibatezza, nata in Carnia, la regione alpina del Friuli, è l’emblema della cucina povera e del non sprecare nulla.
Le sue origini sono antichissime, tanto che una sua prima descrizione si trova già nel trattato “De Arte Coquinaria” del Maestro Martino da Como intorno alla metà del Quattrocento. Inizialmente, il frico era un modo per recuperare gli *strissulis, ovvero i ritagli di formaggio avanzati dalla modellatura delle forme. Oggi è diventato un piatto celebrato, presente in ogni frasca, osteria e ristorante che si rispetti.. lo si può reperire e gustare con tanta facilità, passando per il Friuli!
Si presenta principalmente in due versioni. La prima è il frico croccante, una sorta di cialda sottile e dorata fatta di solo formaggio fuso in padella, perfetta come stuzzichino o aperitivo. La seconda, e più sostanziosa, è il frico morbido, un tortino goloso dove al formaggio, rigorosamente Montasio di diverse stagionature, si uniscono patate e spesso cipolle, cotto lentamente fino a formare una crosticina esterna irresistibile che racchiude un cuore tenero e filante. ❤️
Mangiare un frico, magari accompagnato da una fetta di polenta fumante, non è solo un pasto, è un’esperienza che sa di casa, di calore e di convivialità.
*Sai da dove vengono le Strissulis per fare il frico? Guarda qui!
I Cjarsons: il sorprendente incontro tra dolce e salato

Proseguendo il nostro viaggio nelle Alpi Carniche, incontriamo un primo piatto che spiazza e conquista il palato con la sua originalità: i Cjarsons. A prima vista potrebbero sembrare dei semplici ravioli, ma il loro segreto è racchiuso nel ripieno, il pistùm, che crea un equilibrio magistrale e sorprendente tra note dolci e salate.
La pasta, a base di farina o, nella versione più tradizionale, di patate lesse, accoglie un’incredibile varietà di ingredienti che cambiano non solo da paese a paese, ma da famiglia a famiglia. Dentro potrete trovare ricotta fresca o affumicata (scuete), erbe spontanee di montagna come il silene, spinaci, ma anche uvetta, cioccolato fondente, cacao, cannella, cedro candito …e persino, biscotti sbriciolati.

Questa complessità di sapori deriva dalla storia dei cramars, i mercanti ambulanti carnici che nel Settecento e Ottocento viaggiavano per l’Europa centrale vendendo le loro merci e riportando a casa spezie e ingredienti esotici. I cjarsons vengono tradizionalmente conditi con burro fuso (ont) e una generosa spolverata di ricotta affumicata (scuete fumade), un tocco che completa questo capolavoro di contrasti. Assaggiarli significa fare un tuffo nella storia e nell’anima creativa della Carnia friulana!
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La Pitina: l’arte antica della conservazione nelle valli pordenonesi

Spostandoci verso le valli della provincia di Pordenone, in particolare la Val Tramontina e la Valcellina, scopriamo un prodotto unico, figlio della necessità e dell’ingegno della gente di montagna: la Pitina.
Non è un salame, non è un insaccato tradizionale, ma una sorta di polpetta di carne affumicata che rappresenta uno dei metodi di conservazione più antichi della regione. Nata quando il frigorifero era fantascienza, la Pitina era il modo per non sprecare la carne di camoscio, capra o pecora, animali spesso feriti o anziani.
La carne, disossata e sminuzzata finemente, viene impastata con sale, aglio, pepe nero e una miscela di erbe aromatiche di montagna, tra cui il ginepro. L’impasto viene poi modellato a mano in polpette, passato nella farina di mais per creare una barriera protettiva e infine messo ad affumicare lentamente con legno di faggio.

Il risultato è un prodotto dal sapore intenso, selvatico e leggermente affumicato, che può essere consumato crudo dopo una breve stagionatura, oppure cotto nell’aceto e servito con la polenta, o ancora rosolato nel burro e aggiunto a zuppe e minestroni. La Pitina, oggi Presidio Slow Food, è la testimonianza commovente di come la povertà possa generare eccellenza.
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Muset e brovade: il calore dell’inverno friulano

Quando l’aria si fa frizzante e le prime nevi imbiancano le cime, nelle case friulane arriva il momento di uno dei piatti più robusti e confortanti della tradizione: Muset e Brovade.
Questo piatto è il protagonista indiscusso del periodo invernale e delle feste natalizie, legato all’antico rito contadino della purcitade, la macellazione del maiale. Il muset è un insaccato simile al cotechino, ma più rustico e saporito, preparato utilizzando le parti meno nobili ma più gustose del muso del maiale, insieme a cotenna e altre carni magre. La sua cottura è lunga e lenta, e sprigiona un profumo che sa di festa.

Ma il muset non può esistere senza la sua compagna inseparabile, la brovade. Si tratta di rape bianche dal colletto viola, una varietà autoctona, che vengono grattugiate finemente e messe a fermentare per settimane nelle vinacce di uva nera, tipicamente di Refosco.
Questo processo, oltre a conservarle, conferisce alle rape un caratteristico colore rosato e un sapore acidulo e pungente, perfetto per sgrassare la ricchezza del muset. Serviti insieme, caldi e fumanti, rappresentano l’abbraccio più caloroso che la cucina friulana possa offrire durante i mesi freddi. Un piatto che unisce la terra (la rapa) e l’allevamento (il maiale) in un connubio perfetto.
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https://youtu.be/kK28vihUT9U
La Jota: la zuppa mitteleuropea dal cuore triestino

Spostandoci verso il confine orientale, a Trieste e sull’altopiano del Carso, incontriamo un altro pilastro della cucina regionale: la jota.
Questa non è una semplice zuppa, ma un vero e proprio piatto unico, corroborante e nutriente, che riflette l’anima mitteleuropea di questa zona. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, erede di antiche zuppe contadine a base di cereali e legumi. La jota è un magnifico esempio di cucina di recupero, che unisce ingredienti poveri ma ricchi di sapore. Gli elementi fondamentali sono i fagioli, le patate che le conferiscono cremosità, e i crauti acidi, i capuzi garbi in dialetto triestino, che donano al piatto la sua inconfondibile nota acida e pungente.
La ricetta tradizionale prevede spesso l’aggiunta di carne di maiale, come costine o cotenna, per renderla ancora più sostanziosa. Esistono diverse varianti, come la jota carnica, che al posto dei crauti utilizza la brovade. Servita bollente, magari con un filo d’olio a crudo, la jota è il comfort food per eccellenza, un piatto che riscalda il corpo e lo spirito, …perfetto per affrontare la Bora, il gelido vento che sferza Trieste!! 🌬️
La Gubana: la dolce spirale delle feste!
Nessun pasto può dirsi completo senza un tocco di dolcezza, e in Friuli il dolce delle grandi occasioni ha un nome e una forma inconfondibili: la Gubana.

Originaria delle Valli del Natisone, un’area di lingua e cultura slovena al confine con la Slovenia, la gubana è un dolce lievitato dalla caratteristica forma a chiocciola, che racchiude un ripieno ricco e sontuoso. La sua storia è antica e nobile: si narra che fu servita per la prima volta nel 1409 a Cividale del Friuli in onore di Papa Gregorio XII.
Il suo nome deriva probabilmente dallo sloveno guba, che significa “piega”, un chiaro riferimento alla sua forma arrotolata.
L’impasto, soffice e profumato, avvolge un cuore golosissimo composto da noci, uvetta, pinoli, mandorle, scorza d’arancia e di limone, il tutto amalgamato e insaporito con la grappa, un altro simbolo del Friuli.
La preparazione è lunga e laboriosa, un rito che si tramanda di generazione in generazione. Prima di essere servita, spesso viene accompagnata con altra grappa.
Ogni fetta di gubana è un’esplosione di sapori e profumi, il degno coronamento di un pranzo festivo. 🎉
La Gubana artigianale che trovi sul nostro shop, assieme al Cuor di Gubana ed agli strucchi.. è prodotta da una piccola dolciaria artigianale, Giuditta Teresa! scopri di più, guarda il video!
Il Prosciutto di San Daniele: una dolcezza che ha conquistato il mondo

Infine, non possiamo concludere questo viaggio senza rendere omaggio a uno dei prodotti friulani più celebri e amati a livello internazionale: il Prosciutto di San Daniele DOP.
Questo capolavoro di norcineria nasce nell’omonimo comune collinare in provincia di Udine, un luogo magico dove le brezze fresche provenienti dalle Alpi Carniche incontrano le correnti più umide e temperate dell’Adriatico. Questo microclima unico e irripetibile è il segreto principale di una stagionatura perfetta, che permette al prosciutto di sviluppare la sua inconfondibile dolcezza e il suo aroma delicato.
Le sue origini sono antichissime, si pensa che già i Celti praticassero in queste zone la conservazione delle cosce di maiale. La sua produzione è regolamentata da un rigido disciplinare che prevede solo due ingredienti: cosce di suini italiani selezionati e sale marino. Nessun conservante o additivo è ammesso. Lo riconoscete dalla sua forma a chitarra, dalla presenza dello zampino e dal marchio a fuoco del consorzio. Tagliato a fette sottili, quasi trasparenti, si scioglie letteralmente in bocca, regalando un’eleganza di sapore che pochi altri prosciutti crudi al mondo possono eguagliare. Gustarlo con un grissino o accompagnato da fichi freschi è un’esperienza quasi celestiale. ✨
Quello che trovi in vendita sul nostro shop, è prodotto a San Daniele, presso il Prosciuttificio Prolongo, che lo stagiona al naturale selezionando con la massima cura la materia prima. Scopri come!
La cucina friulana è molto più di una semplice lista di piatti. È un mosaico di storie, un intreccio di culture e un inno alla biodiversità di un territorio straordinario. Dal sapore deciso della Pitina alla dolcezza del San Daniele, dalla complessità dei cjarsons alla rustica sincerità del frico, ogni assaggio è una scoperta. Speriamo che questo viaggio vi abbia incuriosito e, soprattutto, vi abbia fatto venire una gran voglia di partire per esplorare di persona questi tesori gastronomici.
Buon appetito, o come si dice in Friuli, buin Gôt!