Refosco, uno straordinario rosso autoctono
Sei un amante dei vini rossi? In questo articolo, ti proponiamo un approfondimento su un vino in particolare.. il Refosco! Un Rosso autoctono della regione Friuli Venezia – Giulia, profondamente legato alla storia ed alla cultura di questo territorio.
Il Rapporto con il Territorio
Il Refosco è un particolare vino che ha un rapporto profondo e storico con il territorio friulano, essendo stato coltivato lì per secoli. Le fonti attestano la presenza del Refosco in varie zone del Friuli, evidenziandone il legame con la cultura locale. Ecco alcuni aspetti chiave del rapporto tra il Refosco e il territorio:
- Diffusione geografica: Le fonti indicano che il Refosco non era limitato a una specifica area del Friuli, ma veniva coltivato in diverse località, dai Colli Orientali alla Bassa di Scodovacca, fino alla zona di Gemona. Questa diffusione capillare suggerisce un adattamento del vitigno a diversi microclimi e terreni.
- Prestigio e valore: Sin dal Settecento, il Refosco è stato riconosciuto come un vino di qualità superiore, denominato “liquore” per distinguerlo dai vini “ordinari” destinati al consumo quotidiano. Veniva apprezzato dalle classi agiate e utilizzato per occasioni speciali, come banchetti e regali.
- Legame con la storia e la tradizione: Il Refosco è menzionato in documenti storici che risalgono al Quattrocento, dimostrando la sua presenza secolare nella regione. La sua coltivazione si è tramandata di generazione in generazione, diventando parte integrante dell’identità viticola friulana.
- Toponomastica: La presenza del Refosco nel territorio è testimoniata anche dalla toponomastica, con diversi luoghi che prendono il nome dal vitigno. Questo indica l’importanza del Refosco nella cultura locale e la sua influenza sul paesaggio.
- Diversità: Nel corso dei secoli, si sono sviluppate diverse varietà di Refosco, ciascuna con le proprie caratteristiche. Questa biodiversità è il risultato dell’interazione tra il vitigno e l’ambiente, nonché delle selezioni operate dai viticoltori nel corso del tempo.
- Sfide e rinascita: Nonostante le difficoltà affrontate nel corso del Novecento, come le malattie della vite e l’avvento di nuovi vitigni internazionali, il Refosco ha vissuto una rinascita negli ultimi decenni. Questo dimostra la resilienza del vitigno e il rinnovato interesse per i vini autoctoni.
In sintesi, il Refosco rappresenta un legame tangibile tra il territorio friulano, la sua storia e la sua cultura. La sua presenza diffusa, il suo valore riconosciuto e la sua diversità ne fanno un simbolo dell’identità viticola della regione.
Dove nasce questo vino?
Non è possibile determinare un luogo di nascita preciso per il Refosco. Le fonti che abbiamo, tuttavia, offrono alcune indicazioni sulla sua diffusione storica:
● Ampia diffusione nel Friuli: Le fonti indicano che il Refosco è stato a lungo coltivato in diverse aree del Friuli, dai Colli Orientali alla Bassa Friulana.
● Prime attestazioni e zone di prestigio: Le prime attestazioni del Refosco provengono da varie località del Friuli, tra cui Albana, Crauglio e Buttrio. Nel corso dei secoli, zone come Faedis, Scodovacca e Manzano si sono distinte per la produzione di Refosco.
● Varietà e localizzazione: Le fonti descrivono diverse varietà di Refosco, ognuna associata a specifiche aree del Friuli. Ad esempio, il Refosco gentile era prevalente nella zona di San Vito al Tagliamento, il Refosco di Manzano a Manzano e il Refosco di Faedis a Faedis.
Sebbene non sia possibile individuare un luogo di nascita specifico, le fonti suggeriscono che il Refosco abbia una lunga storia nel Friuli, dove si è evoluto in diverse varietà, ognuna legata a particolari territori e tradizioni viticole.
Le origini del nome
L’origine del nome “Refosco” è ad oggi incerta, ma ci sono alcune ipotesi.
● L’ipotesi più probabile è che il nome derivi da “rap fosc“, che significa “grappolo scuro” in friulano. L’aggettivo “fosc” è raro nell’uso corrente, ma è presente in alcuni toponimi.
● Un’altra ipotesi, meno probabile, è che “Refosco” derivi dal friulano “rafuès“, che significa “propaggine della vite“. Questa ipotesi è improbabile a causa della dittongazione friulana, che avrebbe portato a una forma come “refosso” in veneto.
● Infine, alcuni hanno ipotizzato che il nome sia una contrazione di “Riu Fosc“, che significa “Rio Scuro“. Anche questa ipotesi è poco probabile.
Il nome “Refosco” è attestato per la prima volta nel XV secolo. Nel corso dei secoli, il nome è stato utilizzato per indicare diversi vitigni, anche molto diversi tra loro, probabilmente a causa del prestigio del vino prodotto dal Refosco originale.
Il Refosco di Faedis
Il Refosco di Faedis è un vino rosso autoctono che ha radici profonde nella terra di Faedis, risalenti a duemila anni fa. Questo vitigno è quasi scomparso durante le due guerre mondiali, ma grazie all’impegno di alcuni produttori locali è tornato a prosperare. Oggi è protetto dalla denominazione “Refosco di Faedis Doc“, un sigillo di autenticità e qualità. Questo vino, prodotto in questa zona, si contraddistigue particolarmente per il terreno, per il colore, per il gusto e l’aroma. È tipicamente rosso rubino profondo con riflessi violacei che evolvono in toni granato con l’invecchiamento, complesso, con note di viola, rosa canina, mora, piccoli frutti di bosco, mineralità, terra umida e sottobosco.
Il Refosco di Faedis è un vino che racconta la storia e la cultura di un territorio. Non è solo una bevanda, ma un simbolo di resilienza e di valorizzazione di un tesoro enologico.
Norberto Marzotto, nel suo libro “Ampelografia del Friuli”, descrive il Refosco di Faedis come un vitigno a foglia glabra, con grappoli grandi, conici, allungati e alati, simili a quelli della Marzemina. I suoi acini sono sferici, di media grandezza, con buccia consistente e polpa dolce. Marzotto sottolinea che il Refosco di Faedis viene erroneamente chiamato “Refoscone” in alcune zone del Friuli, creando confusione nella nomenclatura.
Anche il “Nuovo Pirona”, un vocabolario friulano, riporta il Refosco di Faedis come una varietà a sé stante.
Secondo Enos Costantini, la confusione riguardo ai diversi tipi di Refosco è dovuta al prestigio del vino originale, che ha portato all’utilizzo del nome per molti altri vitigni.
Come il terreno influenza le caratteristiche del Refosco di Faedis?
Il Refosco di Faedis è influenzato in modo significativo dal terreno unico della regione precollinare in cui viene coltivato.
Le caratteristiche distintive del vino, tra cui il suo sapore robusto e il carattere distintivo, sono direttamente attribuibili alla complessa composizione del terreno e agli effetti sul processo di crescita della vite.
● Il terreno della regione è caratterizzato da una notevole varietà e dalla mutevolezza delle condizioni climatiche, che presentano sfide significative per le viti che crescono in questo ambiente. Le viti sono costrette a lavorare di più per ottenere nutrienti essenziali dal terreno esigente, e questo sforzo si traduce in uve con sapori intensi e complessi.
● Questo ambiente impegnativo contribuisce alla forza e al carattere distintivo insiti nel Refosco di Faedis, distinguendolo da altri vini. I viticoltori locali riconoscono l’importanza profonda del terroir nel plasmare l’identità del Refosco di Faedis, considerandolo un riflesso tangibile del patrimonio e della resilienza della terra.
Il vino incarna la ricca narrazione della sua origine, offrendo un assaggio della complessità geologica e del carattere unico della regione di Faedis.
Oltre alle sue qualità sensoriali, il Refosco di Faedis funge da testimonianza dell’eredità culturale e storica della regione. Le etichette di questi vini spesso raffigurano simboli arcaici e allusioni ai castelli medievali che punteggiano il paesaggio, a sottolineare il profondo legame tra il vino, la terra e le persone che lo coltivano da generazioni. Questo intreccio di geografia e storia contribuisce all’attrattiva del Refosco di Faedis, consolidando il suo status di vino straordinario che cattura l’essenza del suo terroir.
Abbinamenti
Il Refosco è un vino versatile che si abbina bene a molti piatti della cucina friulana. È un’ottima scelta per piatti sostanziosi come il musetto con la brovada, lo stinco al forno, la jota, la minestra di crauti e fagioli e i salumi locali.
Si abbina bene anche a coda alla vaccinara, capretto al forno e selvaggina, in particolare fagiano, lepre in salmì e capriolo.
Il Refosco dal peduncolo rosso va servito a 16 gradi in un bicchiere di vetro sottile con stelo alto e un’ampia coppa a forma di tulipano sbiadito. Il Refosco dal peduncolo rosso è un vino da pasto “rustico e campagnolo”.