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Tag: Tradizione

La Carnia: scopri territorio, storia e bontà tradizionali

La Carnia è la regione storico-geografica situata a ovest delle Alpi Friulane, che si innalzano tra il fiume Fella e l’Alto Isonzo. Oltre ad essere un luogo splendido, ricco di paesaggi mozzafiato e di borghi storici da visitare, questo territorio offre un panorama gastronomico decisamente invidiabile.

Immergiti nel territorio della Carnia, dove uomo e natura vivono in simbiosi e scopri la bontà dei prodotti tradizionali del luogo, come il Formadi Frant, i formaggi di malga, la ricotta affumicata, i Cjarsons e tanti altri!

Leggi l’articolo per scoprire di più!

Il territorio della Carnia

Questa regione storica si estende principalmente a nord e a est del sistema dolomitico ed è un meraviglioso luogo ricco di paesaggi incontaminati, privi di attività industriali, pascoli e boschi curati nel corso del tempo con amore per il territorio.

carniaLa Carnia è caratterizzata da una sua identità ben precisa, costruita nei secoli, ed è molto legata alle tradizioni secolari che custodisce, così come ai buonissimi prodotti unici che offre.
La sua identità e autonomia sono tali da avere un proprio capoluogo, che è Tolmezzo.

Una curiosità sul nome…
Il suo nome deriva dai carni, un’antica popolazione celtica residente nel bacino del Tagliamento e dell’Isonzo.

Dal punto di vista del clima, le estati sono piuttosto fresche ma gli inverni sono molto rigidi e caratterizzati da abbondanti piogge e venti impetuosi. Questa caratteristica climatica della regione ha influenzato molto anche i piatti tipici della zona.

Basti pensare ad esempio al Frico, piatto tipico friulano, che nasce proprio in questa regione come piatto povero, prodotto con ingredienti facilmente reperibili quali il formaggio e le patate e ricco di calorie per affrontare una lunga giornata in montagna.

La storia

Prima di parlare dei prodotti tipici di questo territorio, scopriamo la sua storia.

La Carnia era frequentata anche nel Medio Paleolitico, ovvero più di 120 mila anni fa! Deve il suo nome all’antica popolazione celtica dei Carni. Questo popolo di origini celtiche valicò le Alpi attraverso il passo di Monte Croce Carnico e si insediò nella zona intorno al 400 a.C.

I Carni erano molto abili nella lavorazione del ferro e del legno ed erano comandati da un re e da una casta sacerdotale.

Nel II secolo a.C. iniziò l’assoggettamento all’Impero Romano, con la fondazione di Aquileia come colonia romana. L’assoggettamento si concluse nel 115 a.C. quando il console M. Emilio Scauro trionfò sulla popolazione. Scopri di più.

I prodotti tipici

Vediamo ora alcune delle bontà gastronomiche tipiche prodotte in Carnia!

Una delle caratteristiche che rende speciale questa regione è la sua meravigliosa tradizione culinaria. Infatti, è ricca di prodotti tradizionali ottimi e particolari, dai sapori unici che racchiudono l’essenza del territorio.

I formaggi
Cominciamo parlando di formaggio! Tra i più celebri, possiamo ritrovare:

  • il Formadi Frant;
  • il Formaggio storico Salato;
  • i formaggi di malga;
  • la ricotta affumicata;
  • il formaggio Alto But di Sutrio.

Il Formadi Frant
frant classicoUn formaggio artigianale che nasce con lo scopo del recupero, in una regione in cui non si poteva sprecare nulla che potesse servire al sostentamento. Infatti, viene prodotto frantumando le forme di formaggi non perfette o difettose. A queste sono miscelate panna fresca pastorizzata, altri prodotti a base di latte, sale e pepe. Il composto viene messo in stampi con fascere di legno, pressato e stagionato.

Il suo gusto è molto particolare e saporito e può variare in base ai formaggi utilizzati nella sua produzione. La consistenza è friabile e morbida ed è perfetto da gustare come formaggio da tavola, con pane, polenta o abbinato a confetture e miele, che ne bilanciano la sapidità.

Scopri di più su questo formaggio nel nostro articolo dedicato, qui.

Si tratta di un prodotto artigianale che puoi acquistare direttamente sul nostro sito, creato dai produttori locali. Assaggialo qui!

Il formaggio Salato
formaggio salato storico casera rugoQuesto alimento storico, detto anche Asìno, è forse il più antico formaggio friulano e nasce, come nel caso del Frant, per evitare gli sprechi di forme non perfette o non idonee alla stagionatura.

Per la sua produzione vengono immerse le forme in una speciale miscela di latte, panna di affioramento, acqua e sale, detta anche “salmuèrie”. La composizione esatta della “salamoia” in cui viene immerso è gelosamente custodita dai produttori ed è ciò che rende il formaggio così saporito.

Scopri di più nel nostro articolo a riguardo, qui! Questo formaggio artigianale non si trova sugli scaffali del supermercato, ma puoi acquistarlo direttamente sul nostro sito, qui!

Puoi mangiarlo così com’è oppure con la polenta fumante, le patate, o in spuntini rustici e gustosi.

I formaggi di malga
Tipici della Carnia, questi formaggi sono prodotti con latte fresco proveniente dagli alpeggi, che donano al prodotto un sapore che racchiude gli aromi dei pascoli montani.

mucche malga montasioLe malghe, antichi rifugi alpini, non rappresentano solo una meta turistica per ricercare pace, tranquillità e il contatto con la natura, ma d’estate si trasformano anche in luoghi dove gli allevatori portano il bestiame in alpeggio. Una delle produzioni caratteristiche della Carnia è proprio il formaggio di Malga, o “Formai di Mont”, creato esclusivamente con l’utilizzo di latte crudo proveniente dalle bovine portate in alpeggio.

Il gusto e il profumo si distinguono per la loro unicità, presentando gli aromi del territorio, attraverso i sentori vegetali delle erbe dei pascoli. La pasta solitamente è di un giallo più marcato rispetto ad altri formaggi, determinato dai pigmenti delle erbe e dei fiori di cui si nutrono gli animali.

La ricotta affumicata
Un altro prodotto caseario tipico della zona è la ricotta affumicata, chiamata anche “Scuete (Frante)” o “Puìna”.

ricotta affumicataÈ un vero e proprio simbolo dei prodotti antichi del territorio ed è prodotta con la ricotta fresca, che viene messa a sgocciolare, per poi essere salata, leggermente pressata e affumicata in appositi locali con l’utilizzo di fumo diretto, solitamente proveniente dal legno di faggio.

Il gusto è affumicato ma non in modo eccessivo, mantenendo la delicatezza della ricotta.

Puoi utilizzarla in cucina per le torte salate, nei ravioli con gli spinaci, ma anche con i dolci o con il miele di Acero, per un abbinamento goloso. Inoltre, è ottima grattugiata sulla pasta, perché si fonde con il calore e darà sapore al piatto.

Scopri di più su questo prodotto nel nostro articolo dedicato, qui. Assaggia la ricotta affumicata della Carnia, qui!

Il formaggio Alto But di Sutrio
Per concludere i formaggi tipici della regione, parliamo dell’Alto But prodotto a Sutrio, un bellissimo borgo antico che vale la pena di visitare.

Si tratta del tipico formaggio della Carnia, a pasta semicotta, la cui lavorazione è tramandata dalle antiche latterie dei paesi della Val But da più di 100 anni!

formaggio alto but 60 giorniSul nostro sito puoi trovarlo fresco, con stagionatura che va da 60 a 180 giorni e stagionato. Quest’ultimo è mantenuto a temperatura e umidità costante, a un anno di stagionatura ha la pasta ancora semidura e al gusto sono esaltati i sapori forti del fieno e delle erbe tipiche della Val But.

Assaggialo qui, prodotto direttamente dal Caseificio Sociale Alto But!

Altri prodotti tipici
Oltre ai formaggi, in Carnia possiamo trovare diversi prodotti, come lo speck e il Prosciutto crudo di Sauris, ma anche molta frutta e miele!

Infatti, per quanto riguarda la frutta, in questo territorio è molto apprezzata e sono presenti ottime varietà di mele e di frutti di bosco, ottime anche per creare delle golose composte genuine.

Possiamo includere anche il miele come prodotto tipico, in quanto sono presenti molte varietà ottime, come millefiori di montagna, acacia e pino mugo.

Le ricette
Concludiamo questo articolo con due ricette tradizionali friulane che nascono proprio in Carnia, ovvero i Cjarsons e il Frico.

cjarsonsI Cjarsons sono un tipo di pasta ripiena a forma di raviolo, che può essere preparata con ripieni molto diversi fra loro sia dolci che salati. In generale, sono costituiti da una pasta di grano tenero e sono caratterizzati proprio dal contrasto fra il sapore dolce e quello salato.

Il ripieno, detto anche “pistùm” o “pastùm”, può variare e contenere ingredienti vari, come ricotta, patate, biscotti secchi, cioccolato e così via!

Ognuno ha la sua ricetta e anche noi abbiamo la nostra, che puoi trovare qui.

Il Frico friulano, invece, è preparato con formaggi di varia stagionatura, prevalentemente Montasio DOP o Latteria, a cui possono essere aggiunte le patate o altri ingredienti, come cipolla e speck. Nel caso del Frico croccante, invece, non sono presenti le patate ma solo il formaggio che viene fatto rapprendere sul fuoco e prende la consistenza di una cialda.

Frico alla carnica con i semi di zucca ricetta chefScopri il Frico già pronto, prodotto direttamente delle latterie della regione, lo trovi qui!
In alternativa, puoi prepararlo a casa, seguendo la ricetta che trovi sul nostro sito.

In conclusione, la Carnia è un territorio davvero affascinante, in cui puoi goderti la bellezza dei panorami naturali, la vista delle montagne, passeggiare nella storia degli antichi borghi come Sutrio e mangiare prodotti tradizionali unici che ti trasporteranno in un viaggio di sapori nella ricca cultura e tradizione del luogo.

La grappa friulana

In questo articolo esploriamo la famosa grappa friulana, o sgnape! La grappa rappresenta un prodotto intramontabile della tradizione della regione Friuli Venezia Giulia, infatti è uno dei distillati più antichi!

Se sei un’amante della grappa leggi questo articolo e scopri la sua storia, la produzione e le meravigliose grappe che trovi sul nostro sito.

La storia della grappa friulana

Cominciamo scoprendo la storia antica di questo distillato di vinaccia, che affonda le sue radici secoli fa.

Le tecniche di distillazione erano già note ai tempi degli antichi egizi ma la diffusione dei distillati in occidente avvenne intorno al X secolo, quando la Scuola Medica Salernitana apprese le tecniche di distillazione dalla medicina araba. Infatti, inizialmente i distillati erano utilizzati solo a scopo medicinale.

Sai perché si chiama anche acquavite?
La parola “acquavite” nell’uso comune è sinonimo di grappa, in realtà è un termine che si riferisce a più bevande con alta gradazione alcolica, ottenute tramite distillazione.
Come definisce il vocabolario Treccani, il termine deriva dal latino medievale degli alchimisti e significa “acqua di vita”.

Infatti, una volta veniva estratta l’acquavite dal vino principalmente per scopi medicinali.

In Friuli questa bevanda rappresenta una vera e propria tradizione, è simbolo di cultura dalle origini molto antiche e apprezzata da molti.

Le notizie sulla distillazione risalgono già al rinascimento e uno dei primi scritti in cui ritroviamo questo distillato è nel registro dei beni di Enrico di ser Everardo da Cividale, un notaio di Cividale morto nel 1451. Nell’archivio è riportato anche “uvum ferrum (alambicco) ad faciendam acquavitem” uno strumento per produrre acquavite, con l’annotazione “grappe” a margine.

Nella lingua friulana il termine utilizzato per definire la grappa è “sgnape”, una parola che probabilmente deriva dal tedesco “schnaps”, ovvero “rapido sorso”.

La produzione

distilleria de mezzo
Distilleria Mercedes De Mezzo

La distillazione della grappa può avvenire con sistemi diversi, che si basano sullo stesso principio, ovvero separare i composti volatili con il calore, condensarli per raffreddamento e raccogliere il liquido ricco di alcool e aromi.

Partiamo dalle basi, prima di tutto, come si ricava la grappa?
È il ricavato della distillazione della vinaccia, ovvero la buccia dell’uva che rimane dopo aver spremuto il frutto per la produzione del vino.

Le vinacce possono essere fermentate e non fermentate, dette in questo caso vergini. La fermentazione determina anche la percentuale alcolica che contengono.
Grappe di elevata qualità richiedono la separazione, prima della distillazione, dei vinaccioli. I raspi sono solitamente eliminati in precedenza dalla cantina che produce il vino. Questo perché conferiscono note molto amare al prodotto.

In base all’affinamento e alle lavorazioni che seguono la distillazione possiamo classificare la grappa in:

  • giovane, se conservata in contenitori inerti, come il vetro, fino all’imbottigliamento;
  • aromatica, se deriva da uve particolarmente aromatiche, come la Malvasia;
  • invecchiata, se matura per almeno 12 mesi in tini di legno;
  • stravecchia o riserva, se matura per almeno 18 mesi;
  • aromatizzata, se vengono aggiunti aromatizzanti naturali, come erbe o frutti.

Inoltre, può essere monovitigno, se ottenuta da una singola varietà di vinaccia, oppure polivitigno, se ottenuta da più varietà. Scopri di più.

La distilleria Mercedes De Mezzo

storia de mezzoLa qualità della grappa è legata sia alla bontà della vinaccia, che al sistema di distillazione e alle abilità tecniche e l’esperienza del mastro distillatore.

Il produttore fa la differenza, per questo ci teniamo, prima di proseguire, a presentarti il produttore Mercedes De Mezzo.

Questa distilleria è situata in Friuli, nel territorio di Fagagna e produce grappa di qualità con passione da ben quattro generazioni!

La sua storia inizia nell’800, quando il sindaco di Majano, Pietro de Mezzo, si occupava di produrre mattoni lavorando la terra argillosa del territorio. Dato che all’epoca c’era una forte necessità di sfruttare al massimo le risorse, la stessa terra veniva impiegata anche per altre attività, come la produzione di foraggi per animali, cereali, gelsi e la vite per fare il vino.

Nel 1890 i clienti, in attesa del proprio carico, si ristoravano bevendo “un busul di sgnape” e pochi anni più tardi, nel 1896 fu installato nell’azienda stessa il primo alambicco a fuoco diretto.

Inizialmente la distilleria era dotata solo di un rudimentale apparecchio e produceva per un consumo limitato a seconda della richiesta del momento, distillando frutta o vinacce.
Nei primi del novecento, Sante, aiutato più tardi anche dai figli, diede vita all’attività artigiana che ancora oggi produce con passione e nel rispetto della tradizione distillati di qualità.

I prodotti della Distilleria Mercedes De Mezzo
Sul nostro sito puoi trovare le grappe e assaporare il gusto inconfondibile e avvolgente dei prodotti della storica distilleria. Scopri i prodotti qui.

Leggi di seguito le grappe che puoi trovare sul sito.

canapisLa grappa Canapis, un prodotto che rievoca la tipicità della canapa coltivata in Friuli, dal caratteristico retrogusto speziato che ricorda il rosmarino, il timo, il basilico. Il gusto è amaricante e stimola la digestione.

 

 

 

Grappa delicataLa grappa “Decisa” e la grappa “Delicata”, prodotte dalla distillazione di vinacce selezionate e friulane, di grande spirito e di forte caratteristica.

 

 

 

Grappa stravecchiaLa grappa stravecchia “La famiglia”, lasciata invecchiare per lunghi periodi, affinché risulti più armoniosa e completa al palato. Questo distillato si “ingentilisce” all’interno di grandi botti di rovere e durante l’invecchiamento assume un colore ambrato. È una grappa ideale anche per la clientela più esigente.

 

grappalatteLa GrappaLatte e la Crema Pera, due liquori dolci, ottimi da servire freddi e per la preparazione di drinks diversi.

 

 

slibowitzLo Slivovitz, il distillato di prugne dal profumo di mandorla amara e cacao, con un gusto leggermente nocciolato e persistente. La susina, utilizzata per la produzione, è uno dei frutti con maggior concentrazione zuccherina.

Inzuppa la Gubana nello Slivovitz… è l’abbinamento migliore con questo dolce tipico di Cividale del Friuli!

Come si beve la grappa

Solitamente la sgnape si consuma a fine pasto, accompagnata o meno da un dolce, per “pulire la bocca” dopo aver mangiato e per stimolare la digestione.

Hai mai sentito dire “fare il resentin”? Vuol dire diluire un po’ di grappa nella tazzina del caffè. Non è per tutti ma è una tradizione ben radicata che vale la pena provare!

Per la degustazione, il bicchiere migliore da usare è quello a tulipano, per godere appieno delle sue caratteristiche aromatiche uniche.

Buona degustazione!

La ricotta affumicata della Carnia

Scopriamo insieme un “formaggio” che in realtà formaggio non è… parliamo della Ricotta, un derivato del latte amato da tutti, che viene definito erroneamente un prodotto caseario. Se vuoi scoprire perché, leggi questo articolo, in cui scoprirai le sue origini, le caratteristiche e la produzione della ricotta affumicata della Carnia e come utilizzarla in cucina.

Produzione e caratteristiche

Prima di tutto, la ricotta è un latticino dalle origini molto antiche, che viene chiamato così perché “cotto due volte”.

Perché non possiamo definirla un formaggio? È importante chiarire che non si tratta di un vero e proprio formaggio, perché con il termine “formaggio” o “prodotto caseario” si intendono i derivati della coagulazione della caseina, ovvero della principale proteina presente nel latte. La ricotta è il prodotto della coagulazione delle proteine del siero, che viene portato fino ad una temperatura di 85°-90°C.

Con la coagulazione delle proteine del siero, si formano dei morbidi fiocchi bianchi, che affiorano in superficie, incorporando al loro interno una determinata quantità di grasso, di lattosio e di sali minerali. La massa di fiocchi viene estratta con la schiumarola, uno strumento apposito. La ricotta è posizionata in appositi cestelli forati, che consentono lo sgocciolamento.

Questo processo produttivo può subire alcune modifiche, come l’aggiunta del 5% o 10% di latte o di panna, che consente di ottenere un prodotto ancora più cremoso e più saporito.
È anche per questo motivo che diversi tipi di ricotta possono avere caratteristiche e valori nutrizionali diversi, che vanno controllati sull’etichetta.

In generale, la ricotta fresca si presenta:

  • dalla consistenza morbida e cremosa;
  • dal sapore di latte fresco;
  • dal colore bianco candido.

Per quanto riguarda il prodotto fresco, è bene consumarlo il prima possibile! Infatti, se consumata molto fresca si può godere appieno delle sue caratteristiche organolettiche e aromatiche. Mentre, con il passare del tempo, può perdere morbidezza, diventando più compatta, meno aromatica e meno solubile.

Le origini
Questo prodotto derivato del latte ha origini molto antiche!
Infatti, comincia ad essere prodotta già con i Sumeri, nel 2000 a.C. e dagli Antichi Egizi, che contribuirono a darle la forma che siamo abituati a vedere oggi.

In seguito, gli Antichi Greci la perfezionarono e venne citata anche da Omero… se ti ricordi, infatti, quando Ulisse incontra Polifemo nell’Odissea, il ciclope stava proprio lavorando la ricotta!

La ricotta affumicata della Carnia

ricotta affumicata
Ricotta affumicata Alto But

Vediamo adesso una variante molto apprezzata della ricotta, quella affumicata. Questa variante è utilizzata molto in cucina e nella gastronomia, per arricchire le ricette e renderle ancora più gustose.

La ricotta affumicata è simbolo dei prodotti antichi della Carnia ed è un prodotto tipico delle malghe e dei caseifici di montagna.

A differenza di quella fresca, può essere conservata per un periodo più prolungato, grazie al processo di affumicatura. Inoltre, differisce per il gusto particolare, affumicato ma non in modo eccessivo, pur sempre mantenendo la delicatezza caratteristica della ricotta.

Come viene prodotta?
Per la sua produzione, la ricotta fresca viene messa a sgocciolare in sacchi di tela, per poi essere salata e leggermente pressata. In seguito, viene posta in locali appositi per l’affumicatura, che da tradizione avviene con l’utilizzo di fumo diretto, ottenuto dalla combustione del legno. In particolare, è preferibile utilizzare il legno di faggio.

Questo prodotto è tipico della produzione in malga, ovvero nelle zone montane. Il siero residuo della lavorazione del formaggio di malga viene scaldato “all’interno della stessa caldaia in rame impiegata per la trasformazione del latte in formaggio di malga”.

In Friuli è un vero e proprio simbolo di tradizione e viene chiamata anche “Scuete (Frante)” o Puìna”. Scopri di più.

ricotta zore
Ricotta affumicata di capra Az. Agricola Zore

Il risultato è un prodotto unico, gustoso e saporito, dal sentore naturale di affumicato, in grado di rendere ogni piatto o ricetta ancora più speciale!
Se ti è venuta l’acquolina in bocca solo a pensarci, prova la buonissima Ricotta affumicata sul nostro sito. Puoi trovarla anche di capra!

Lo sapevi che… dal punto di vista nutrizionale la ricotta è un ottimo alimento.
Le sieroproteine che la costituiscono sono considerate sostanze ad alto valore biologico, poiché costituite da amminoacidi essenziali, molecole che l’organismo umano non produce autonomamente.

Per questo è considerato il più nobile dei latticini, con un’alta qualità proteica, superiore a quella dei formaggi, che sono ricchi di caseine anziché di sieroproteine. Inoltre, contiene meno grassi del formaggio!

Insomma… è un prodotto buonissimo, digeribile, povero di calorie e ricco di proteine, calcio e altri minerali preziosi.

La ricotta in cucina

La ricotta si presta particolarmente ad essere utilizzata in cucina e nelle ricette, sia in versione fresca, che affumicata. Non è utilizzata solo per i piatti salati, ma anche per molti dolci.

Ecco qualche esempio di come puoi utilizzare la ricotta in cucina!
La ricotta fresca è ottima sia da sola, che nelle torte salate, nei ravioli con gli spinaci o nei dolci. Un altro abbinamento davvero da leccarsi i baffi è con il miele, sia d’Acacia che di Acero, quest’ultimo ha un gusto molto particolare che ha sentori di caramella Mou!
Altrimenti, puoi abbinarla a qualche composta di frutta per una colazione genuina.

La ricotta affumicata è ottima:

  • da sola, tagliata a cubetti in un buon tagliere;
  • grattugiata sulla pasta, con il calore si fonderà e renderà il tuo piatto ancora più saporito;
  • nei Cjarsons carnici, un piatto tipico della cucina friulana, originario della Carnia. Scoprili nel nostro articolo qui.

cjarsonsConosci i Cjarsons?
Sono un tipo di pasta ripiena tipico della Carnia. Non c’è una sola ricetta per prepararli, poiché esistono varie versioni, dolci e salate.

Ti lasciamo di seguito la video ricetta dei Cjarsons dolci, preparati dalla chef friulana Lorena De Sabata.

Guarda il video e prova la ricetta!

 

Ti serviranno i seguenti ingredienti:

  • la ricotta affumicata di Capra;
  • la farina di mais giallo;
  • biscotti di due tipi, con il mais e con fave di cacao;
  • la farina;
  • la composta di pere e cacao;
  • la menta fresca;
  • la mela;
  • le patate lesse;
  • il burro.

Ecco il procedimento:
Prima di tutto prepara il condimento, ovvero la morchia, con il burro e la farina di mais. In seguito, prepara la pasta con farina e acqua… in questa fase è importante impastare molto bene e creare una pasta sottile, che lascerai riposare per circa 20 minuti.

Nel frattempo, dedicati a creare il ripieno, grattugiando le patate lesse e una parte di mela fresca, poi sbriciola i biscotti nell’impasto. A questo punto, aggiungi la composta di pere e cacao e mescola bene.

Successivamente, passa alla realizzazione dei ravioli. Per creare la forma giusta, stendi la pasta e tagliala con il coppa pasta in forme circolari, poi riempi ogni forma con un po’ di ripieno. Chiudi i ravioli unendo i bordi e schiacciando bene.

L’ultimo step è quello della cottura. Cuoci i Cjarsons in acqua bollente salata per due minuti, per poi aggiungere la morchia tostata, la buonissima ricotta affumicata di capra e un po’ di menta fresca a piacere.
Questo piatto si presta molto alle variazioni, quindi spazio alla fantasia! Puoi creare anche una versione più salata con la ricotta affumicata nel ripieno.

Trovi anche una box con gli ingredienti del nostro negozio online utilizzati dalla chef. Scopri la box.

Adesso che conosci la ricotta, la sua produzione e hai qualche golosa idea su come abbinarla, non ti resta che mangiare! Prova la ricotta affumicata prodotta direttamente dai piccoli produttori e vedrai che bontà unica della tradizione carnica.

La polenta: storia, tipologie e abbinamenti di un cibo senza tempo

In questo articolo parliamo di uno dei piatti tipici più diffusi della cucina montanara, ovvero la polenta! Questo alimento è molto più di una semplice pietanza, è un simbolo di tradizione, dalla storia molto antica, più di quanto si pensi.

Leggi l’articolo se sei curioso di scoprire di più sulla polenta, dalle origini alla produzione.

Le origini della polenta

Il Friuli Venezia Giulia è molto legato alla polenta, basti pensare al fatto che è una delle protagoniste di piatti tipici e tradizionali come Frico e polenta.

Se non lo conosci, il Frico è un piatto tipico della cucina friulana che viene preparato con formaggi di varia stagionatura, che sono fatti cucinare insieme alle patate e, certe volte, anche ad altri ingredienti come cipolla, speck oppure salsiccia. Si può trovare anche in versione croccante, in cui non sono aggiunte le patate. Questo piatto delizioso che conquista il cuore e il palato di tutti i friulani e di tutti gli amanti del formaggio in generale si accompagna proprio alla polenta.

Guarda il video per scoprire come preparare questo piatto unico!

Cominciamo a scoprire la storia antica di questa pietanza dalle umili origini, preparata con farina di granoturco cotta nell’acqua, mescolando a lungo e costantemente.

La storia di questo piatto comincia già durante l’epoca romana, quando veniva consumata spesso la “pultem”, ovvero farina di farro cotta e solitamente arricchita con altri ingredienti come carne o legumi. Nell’antica Grecia, invece, veniva preparato un predecessore della polenta con la farina d’orzo.

Successivamente, quando cominciò ad essere esportato il mais, il granoturco fu sostituito al farro.

La polenta è un piatto antichissimo e diffuso in tutto il Mondo e in Europa quella più diffusa è a base di mais.

Una curiosità storica… sai perché si chiama “granoturco” o “granturco”?
Il mais fu introdotto in Europa dopo la scoperta dell’America e si diffuse specialmente nel ‘500. Fu chiamato “granoturco” poiché l’aggettivo “turco” si riconduceva al fatto che questo cereale provenisse da luoghi lontani, dunque era un cereale “esotico” e per questo una volta veniva chiamato “turco”.

Qualche parola in più sul mais…
Il mais è un cereale originario dell’America Latina che venne portato in Europa nel 1492.

Successivamente, la sua coltivazione venne sperimentata nel Medio Oriente e nel Nord Africa. In Friuli arriva dopo le grandi carestie di fine 1500. Infatti, le prime testimonianze scritte nella regione risalgono al 1602.

Le diverse tipologie

farine per polentaOggi sul mercato possiamo trovare tante tipologie di polenta, da quella gialla a quella bianca e diverse altre. Queste tipologie sono diverse tra loro a seconda del tipo di farina utilizzata. Vediamone insieme alcune…

La polenta gialla
Questa tipologia è probabilmente la più comune e diffusa ed è prodotta con farina di mais giallo e acqua. Probabilmente, se qualcuno ti dice di pensare alla polenta, l’immagine che ti viene in mente è proprio questa, dal colore giallo intenso.

La polenta bianca
Questa varietà è quella dal sapore più delicato e si presenta di un colore pallido. È derivata dalla farina di mais bianco detta “biancoperla” e ha una grana più fine rispetto a quella precedentemente citata.
La polenta bianca è soprattutto presente in Veneto e viene cucinata spesso con il pesce, come le seppie o con il baccalà.

La polenta nera
Questa è probabilmente una delle meno conosciute ed è una specialità della zona del Nord Italia e delle zone montane. È composta soprattutto da grano saraceno e si presenta di un colore molto scuro, quasi nero. Il gusto è quello più deciso e ha una grana più grossa. Spesso si accompagna ai piatti della tradizione montanara dal sapore più forte.

La polenta Taragna
Questa varietà molto diffusa è composta da farina di mais giallo e di grano saraceno. Il sapore non è forte quanto quella nera ma è più deciso di quella gialla, grazie all’aggiunta del grano saraceno.
La polenta Taragna ha origini nella Valtellina ma la possiamo trovare in tutto il territorio italiano.

La produzione

Prima di parlarti della produzione della polenta, ci teniamo a presentarti La Blave di Mortean.

farina di mais gialloIn Friuli, il comune di Mortegliano è la culla della coltivazione di mais, grazie alle condizioni ambientali ottimali come terreni freschi e un clima favorevole. Alcuni soci della Cooperativa “La Blave di Mortean” decisero di ottenere un mais di alta qualità e iniziarono una collaborazione con l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale.

Grazie a questa collaborazione, alla competenza degli esperti e ad anni di tentativi e di prove, è stato possibile ottenere un ottimo mais, distinguibile per le sue qualità organolettiche eccellenti.

La produzione del mais di La Blave di Mortean è disciplinata dal loro regolamento, che garantisce uno sviluppo equilibrato, una conservazione e una macinatura in grado di esaltare il gusto e il profumo della farina di mais.

Il disciplinare prevede un’accurata selezione delle varietà di mais e un’attenta gestione delle tecniche colturali.
Il risultato è un prodotto di ottima qualità che si distingue per le sue caratteristiche uniche!

Sul nostro sito puoi trovare:

Assaggia i buonissimi prodotti sul nostro sito, qui.

Abbinamenti

Ci sono così tante combinazioni che si possono fare con questo comfort food che sarebbe impossibile elencarle tutte!
Ecco alcune idee che potresti provare:

  • Frico e polenta. Come possiamo non citare il re dei piatti friulani? Prepara il Frico oppure acquistalo già cotto, solo da scaldare in padella, sul nostro sito. Insieme a qualche fetta di polenta abbrustolita è davvero un piatto strepitoso nella sua semplicità.
  • Polenta e sughi di carne. La polenta morbida si presta benissimo all’abbinamento con i sughi di carne, creando un piatto nutriente perfetto per la stagione fredda o per le giornate in montagna.
  • Polenta bianca e trota affumicata. Il gusto delicato della polenta bianca si sposa alla perfezione con il pesce. Prova a preparare un antipasto con qualche fetta di polenta bianca abbrustolita oppure morbida, insieme alla trota affumicata di Sauris.
  • Polenta e formaggio. I formaggi delle latterie, come il Montasio DOP o il Latteria sono perfetti insieme a questo alimento per un abbinamento tradizionale, semplice ma davvero insuperabile.

Un ultimo consiglio… se vuoi sbizzarrirti in cucina non limitarti alle opzioni salate, la farina di mais è ottima anche per preparare degli ottimi dolci!

A questo punto conosci la storia, le caratteristiche e le diverse tipologie di polenta, non ti resta che preparare la tua preferita. Buon appetito!

Alla scoperta della Gubana

Attenzione… questo articolo ti farà venire l’acquolina in bocca! Parleremo infatti della Gubana. La conosci? Un dolce soffice e profumato che ti avvolge nella sua morbida golosità, ideale da mangiare in compagnia, per passare un momento di dolcezza e di condivisione.

Se vuoi scoprire di più, leggi questo articolo!

La Gubana

Si tratta un dolce tipico del Friuli, più specificamente delle Valli del Natisone. Scopriamo la storia di questo dolce friulano, che rappresenta la generosità del territorio, l’ospitalità e la fortuna.

Le sue origini sono più antiche di quello che pensi! Infatti, è citato in alcuni documenti del ‘400 delle Valli del Natisone. Come nel caso di alcuni vini della tradizione, anche questo dolce fu servito nel banchetto del 1409 in onore del Papa Gregorio XII a Cividale del Friuli.
In passato, la Gubana era servita soprattutto durante le feste in famiglia oppure nei banchetti di corte e ancora oggi viene considerata un prodotto prezioso e speciale.

Perché si chiama Gubana?
Data la stretta vicinanza con il confine sloveno, si ritiene probabile che il nome derivi dal termine sloveno “guba”, che significa “piega”. Il termine, infatti, potrebbe far riferimento proprio alla forma tipica del dolce.

Inoltre, il termine è utilizzato anche in senso figurato, per far riferimento alla fortuna, grazie all’abbondanza degli ingredienti utilizzati per il ripieno, che una volta non venivano dati per scontati!

Ma che cos’è questo prodotto esattamente? Si tratta di un prodotto dolce cotto al forno, dall’impasto lievitato e dalla forma rotonda e a chiocciola. Il suo ripieno è ricco e molto goloso ed è proprio ciò che lo contraddistingue. Infatti, in friulano esiste il detto “essere pieni come una gubana”.

La produzione

Gubana dall'alto fetta
Gubana Giuditta Teresa

Prima di parlare della produzione della Gubana e dei suoi ingredienti, vogliamo presentarti l’azienda Giuditta Teresa.

Il marchio nasce negli anni ‘60 da un piccolo forno con la produzione della Gubana. Negli anni ha ampliato la gamma di prodotti, che oggi include anche altre golose specialità. Giuditta Teresa custodisce gelosamente il “Segreto del ripieno” che si tramanda nella famiglia da generazioni.

La tradizione della Gubana è strettamente connessa alla storia della famiglia dal 1981, quando rilevarono la ditta Giuditta Teresa e da allora creare questo meraviglioso dolce è diventata una vera e propria missione.

I prodotti dell’azienda sono artigianali, tradizionali e di ottima qualità, creati con tanto amore e passione per l’arte della pasticceria artigiana.

Come viene prodotta la Gubana di Giuditta Teresa?
Prima di tutto, gli ingredienti del ripieno sono puliti e mescolati. Ad essi vengono aggiunti i liquori, finché il composto avrà raggiunto la giusta umidità e consistenza.

La pasta, invece, viene lasciata lievitare prima di procedere alla creazione delle diverse forme del dolce.
La Gubana è arrotolata su se stessa dopo aver aggiunto il ripieno spalmandolo al suo interno e in questa fase viene creata la classica forma, ponendo l’impasto nelle apposite forme di alluminio.

Come ultimo passaggio prima di infornare, viene aggiunto l’impasto zuccherino sulla superficie del dolce.

A seguito della cottura in forno, le Gubane sono pronte! Anche se le fasi possono risultare semplici, non è così. Infatti, per creare un dolce fatto bene, con la corretta lievitazione e con il ripieno omogeneo e della giusta quantità, è necessaria tanta esperienza.

Oltre a farina, zucchero e lievito, la passione, la dedizione e l’amore sono gli ingredienti speciali che lo rendono unico.

Scopri di più sulla produzione qui.

L’impasto è ciò che lo caratterizza maggiormente ed è una ricetta segreta, custodita gelosamente da Giuditta Teresa. Fra gli ingredienti che rendono la Gubana così gustosa ci sono le nocciole, l’uva sultanina, le noci, la grappa, le mandorle, il brandy, il rum, la crema marsala all’uovo, i pinoli, i biscotti amaretti, il limone e gli aromi naturali.

Se ti abbiamo fatto venire voglia di assaggiarla, la trovi sul nostro sito, prodotta direttamente da Giuditta Teresa!

Non solo Gubana classica

gemme di gubana
Gemme di Gubana

Sul sito non trovi solo la Gubana classica, infatti l’azienda ha ampliato la sua gamma di prodotti includendo più golosità.

Troverai anche:

  • Il Cuor di Gubana, che differisce dal dolce nel peso e nella forma, ma che ha gli ingredienti identici.
  • Le Gemme di Gubana, anch’esse uguali nella composizione ma diverse per la loro forma. Sono un prodotto più piccolo, tagliato a misura di merendina. Questa dimensione è ideale per la colazione o per una merenda sana e gustosa.
  • Gli Strucchi, dei buonissimi fagottini di pasta frolla, che contengono lo stesso ripieno del dolce. Ottimi come dolci sfiziosi a fine pasto o come golosa bontà per ogni momento.
  • La Colombana, che arriverà nel periodo Pasquale! È l’incontro della colomba di Pasqua e la Gubana. Questa nuova aggiunta unisce due specialità tradizionali ed è ottimo come dolce da mangiare durante i festeggiamenti!

Infine, come abbinamento per gustare questi dolci al meglio ti consigliamo la Ribolla Gialla Spumantizzata, un vino elegante della tradizione friulana, già coltivato fin dall’epoca Romana.

In conclusione, se ancora non la conosci, non possiamo che consigliarti di provare questo meraviglioso prodotto, un dolce friulano che occupa un posto speciale nel cuore della tradizione friulana e del suo ristretto territorio di produzione.
È il dolce delle feste, delle ricorrenze, simbolo di tradizione e dell’ospitalità che caratterizzano il territorio.

Assaggia la Gubana di Giuditta Teresa e potrai gustare un pezzo di storia del territorio, prodotto in modo artigianale, buono e genuino, senza conservanti, coloranti o additivi, nel rispetto dell’antica ricetta.

Scopri il Frico Friulano: i formaggi da utilizzare

Uno dei piatti della tradizione Friulana più conosciuti e più amati è senza dubbio il Frico. Se non lo conosci, oppure se sei curioso di scoprire di più sugli ingredienti usati per prepararlo, leggi questo articolo!

Il Frico

Il Frico è il piatto della tradizione friulana per antonomasia, che nasce nella Carnia come piatto povero e che si prepara con ingredienti semplici e facilmente reperibili, quali le patate e il formaggio.

È un piatto sostanzioso e calorico, perfetto per fornire l’energia per affrontare una lunga giornata, specialmente in montagna.
Si prepara con formaggi di varia stagionatura, solitamente il Montasio DOP e il Latteria, a cui sono aggiunte le patate ed, eventualmente, altri ingredienti come lo speck o la cipolla.

Da tradizione, si utilizzavano le strissulis di formaggio, ovvero i ritagli ricavati quando il casaro arrotonda le forme. Oggi, invece, si preferisce utilizzare il formaggio tagliato in pezzi perché conferisce un sapore più deciso al piatto. Altrimenti, si possono utilizzare insieme le strissulis e i pezzi di formaggio per avere un mix di formaggi freschi e saporiti.

Ci sono varie versioni di Frico e ognuno ha la sua ricetta personale! Anche noi abbiamo la nostra, preparata dalla chef Lorena De Sabata.
Guarda il video e scopri la ricetta del Frico alla carnica a cui abbiamo aggiunto un tocco di fantasia in più con i semi di zucca!

Qualche curiosità sulle origini…
La ricetta è conosciuta fin dal ‘400 e se ne può trovare una versione nel Libro de Arte Coquinaria del maestro Martino da Como, che fu al servizio del Patriarca di Aquileia. Possiamo affermare, dunque, che si tratta di un piatto amato da tantissimi anni!

Una curiosità sul nome…
Non si dice Fricò, ma Frico. Infatti, il termine friulano, per effetto della contaminazione della lingua con l’italiano, ha perso l’accento anche nella dizione comune utilizzata nella regione.

I tipi di Frico

Si possono distinguere principalmente due tipi di Frico, quello friabile e quello morbido.

Il Frico friabile o croccante
Questo tipo di piatto è preparato con l’utilizzo esclusivo del formaggio, senza l’aggiunta delle patate.
Il risultato è, appunto, un Frico più sottile dalla consistenza croccante, simile ad una cialda.

Frico alla carnica con i semi di zucca ricetta chefIl Frico morbido
Il Frico morbido, invece, prevede l’utilizzo delle patate, che gli conferiscono la morbidezza.

Questa tipologia può essere cucinata in varie versioni, ad esempio con l’aggiunta di cipolla, speck, erbette e così via, a discrezione di chi lo sta preparando.

Se sei curioso di assaggiarlo, sul nostro sito puoi trovarlo sia nella versione classica con patate e formaggi, che con la cipolla, lo speck o la salsiccia.
Sono tutti preparati dalle latterie della regione.

I formaggi per fare il Frico

Come dicevamo, i formaggi principalmente utilizzati per preparare questo piatto unico della tradizione friulana sono il Montasio DOP e il Latteria.

formaggi per fricoAbbiamo pensato per te ad una selezione di formaggi freschi e mezzani, ideali per cucinarlo, riunendoli in una pratica BOX, che trovi qui!

Continua a leggere per scoprire quali sono alcuni dei formaggi che puoi usare se vuoi cimentarti nella preparazione di questo piatto.

 

  • Il Latteria 2 mesi di Li.Re.Ste, un formaggio tradizionale prodotto a base di latte crudo, che si presenta dal colore giallo paglierino e dal gusto delicato.
  • Il Latteria di Fagagna fresco di Latteria Borgo Paludo, un formaggio dolce e morbido che ricorda il sapore e il profumo del latte, prodotto con solo latte vaccino crudo con l’aggiunta di caglio, fermenti lattici naturali e sale.
  • Il Latteria di Fagagna 6 mesi di Latteria Borgo Paludo, un formaggio dal gusto gradevole e saporito.

Oltre ai formaggi Latteria che trovi nella nostra box, puoi scegliere un Montasio DOP creato dalle piccole latterie della regione, che è ottimo per fare questo piatto.
L’importante è scegliere formaggi di varie stagionature, per avere un mix di sapori più delicati e più forti, che renderà il tuo piatto ancora più buono.

Adesso che conosci bene questo piatto unico della tradizione, non ti resta che assaggiarlo!

I Cjarsons carnici

In questo articolo scopriamo i Cjarsons, un piatto tipico della cucina friulana, più precisamente originario del territorio della Carnia.

I Cjarsons sono un piatto povero dall’animo ricco di tradizione. Leggi l’articolo per scoprire l’origine, la preparazione e la nostra ricetta speciale dei Cjarsons dolci, preparata dalla chef friulana Lorena De Sabata.

Cosa sono i Cjarsons

Prima di tutto, che cosa sono? Come in quasi tutte le regioni d’Italia, anche il Friuli Venezia Giulia ha la sua pasta ripiena!
I Cjarsons infatti sono una pasta ripiena tipica della Carnia, a forma di raviolo, che può essere preparata sia in versione dolce che salata.

Per prepararli non c’è una sola ricetta da seguire, perché il ripieno può variare!

In generale, però, sono costituiti da una pasta di grano tenero e sono caratterizzati dal contrasto tra il sapore dolce e quello salato. Il ripieno, chiamato anche pistùm o pastùm può contenere ingredienti diversi, quali la ricotta, il cioccolato, le patate, i biscotti secchi e così via.

Una curiosità… lo sai che c’è una festa dedicata proprio ai Cjarsons?
La prima domenica di giugno si svolge la Festa dei Cjarsons a Sutrio, un paese in provincia di Udine. Nel comune diversi paesi della Carnia propongono le proprie ricette, sia salate che dolci.

Se ti trovi nelle vicinanze di Sutrio in questo periodo dell’anno, perché non fare un salto alla Festa dei Cjarsons e assaggiare questa prelibatezza unica!

I Cjarsons carnici sono un piatto dal gusto variabile, che presenta una combinazione di sapori autentici del territorio. Il risultato è un prodotto di pasta ripiena davvero delizioso che vale la pena di provare!

Se li conosci saprai già quanto sono buoni, ma se non li hai mai assaggiati, ti invitiamo a provare a prepararli con la nostra semplice ricetta, che troverai più avanti nell’articolo.
Ti assicuriamo che ne vale la pena!

Le origini dei Cjarsons

Questo piatto nasce come piatto povero e ha origini antiche. Infatti, la ricetta più antica dei Cjarsons risale al XV secolo, anche se è possibile che venissero preparati ancora prima di allora. La ricetta fu scritta dal cuoco del Patriarca di Aquileia Maestro Martino e il piatto viene riportato nel “Libro de arte coquinaria” con il nome di “calisconi”. Scopri di più.

Le origini di questa pasta ripiena sono legate al recupero, infatti per la sua preparazione era consuetudine utilizzare gli ingredienti disponibili in cucina e proprio per questo motivo non nascono come ricetta unica, ma possono essere preparati con diversi ingredienti.

Questo piatto, tra i simboli della gastronomia carnica, nasce proprio nelle montagne friulane e ancora oggi le ricette sono tantissime e ognuno ha la sua. Tra gli ingredienti utilizzati si spazia dalle erbe aromatiche, alle spezie, la frutta secca, la ricotta, le uvette e così via.

Oggi, sono il raviolo ripieno delle feste! Un piatto tipico presente sulle tavole per accompagnare i momenti importanti, come i matrimoni, gli eventi speciali e le feste.
Sono anche un piatto spesso rivisitato e cucinato dagli chef!

La ricetta dei Cjarsons dolci

Adesso che conosci la storia dei Cjarsons, sei pronto per scoprire la nostra ricetta!

Guarda il video per seguire la ricetta della chef friulana Lorena De Sabata passo per passo, preparata con gli ingredienti di Fattorie Friulane, che provengono dai piccoli produttori della regione.

Ecco gli ingredienti che ti serviranno per prepararli:

Procedimento:

  1. Prima di tutto bisogna preparare il condimento dei Cjarsons, ovvero la morchia, con il burro e la farina di mais.
  2. In seguito, si passa alla preparazione della pasta con farina e acqua. In questa fase è importante impastare molto bene e creare una pasta sottile, che dovrà riposare per circa 20 minuti.
  3. Nel frattempo, ci si può dedicare alla preparazione del ripieno. Per creare il ripieno bisogna grattugiare le patate lesse e una parte di mela fresca, poi sbriciolare i biscotti. A questo punto, si aggiunge la composta di pere e cacao al composto e si mescola bene.
  4. Successivamente, si passa alla realizzazione dei ravioli! Per creare la forma giusta, occorre stendere la pasta e tagliarla con il coppa pasta in forme circolari, per poi riempire ogni forma con il ripieno. A questo punto si chiudono i ravioli, unendo i bordi e schiacciando bene, partendo dal ripieno verso l’esterno.
  5. L’ultimo step è quello della cottura. I Cjarsons vanno cotti in acqua bollente salata per due minuti per poi aggiungere sopra la morchia tostata, la ricotta affumicata di capra e un po’ di menta fresca.

La nostra versione è dolce, ma questi ravioli carnici sono un piatto unico e molto versatile, che si presta alle variazioni. Dunque, spazio alla fantasia!

box cjarsonsSul nostro sito trovi anche una pratica box con gli ingredienti del nostro sito usati dalla chef. La trovi qui!

 

 

 

In conclusione, i Cjarsons carnici rappresentano un piatto semplice e unico del Friuli, una prelibatezza in cui ritrovare i sapori autentici del territorio. Possiamo dire che questi ravioli sono proprio una celebrazione degli ingredienti della regione.
Adesso non ti resta che provarli, buon appetito!

Malga Montasio – Un rifugio tra natura e tradizione

Nel cuore dell’Alpeggio di Malga Montasio, situato nella regione Friuli – Venezia Giulia, si trova un luogo avvolto nella natura ricco di panorami straordinari.

Cos’è una malga?

Le malghe sono rifugi estivi localizzati nelle zone più remote delle Alpi che offrono accoglienza sia per gli animali che per gli allevatori. Tra fine maggio e metà settembre, gli allevatori portano il loro bestiame nelle malghe per permettere loro di pascolare liberamente e godere dell’aria fresca di montagna.
Questa tradizione millenaria ha un impatto positivo sia sugli animali che sulla qualità dei prodotti caseari ottenuti dal latte delle mucche al pascolo. Grazie a un’alimentazione naturale e all’attività fisica, il latte prodotto da queste mucche è ricco di nutrienti e offre un sapore unico e inimitabile.

Malga Montasio

Situato tra i 1500 e i 1800 metri sul livello del mare, Malga Montasio è il più grande alpeggio delle Alpi Giulie ed considerato è un punto di riferimento sia per gli allevatori che per i visitatori in cerca di tranquillità e paesaggi mozzafiato.

Inoltre, Malga Montasio ha ottenuto il “Marchio di Qualità del Parco” un’iniziativa promossa dall’Ente parco naturale delle Prealpi Giulie, un riconoscimento che attesta l’impegno costante nel migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi locali, sempre nel rispetto dell’ambiente, dei valori etici e delle tradizioni della zona.

Nell’Alpeggio di Malga Montasio, gli animali trascorrono l’estate pascolando liberamente, grazie a spazi recintati e aree protette per i temporali.

Un rifugio in natura

Malga Montasio rappresenta un’opportunità straordinaria per immergersi nella natura e godere di alcuni dei paesaggi più affascinanti che la regione ha da offrire. Se deciderete di soggiornare in questo luogo, avrete accesso ai servizi dell’alpeggio, che includono sistemazioni e l’opportunità di gustare i deliziosi prodotti locali, tra cui il pregiato Montasio DOP e i piatti tradizionali della cucina friulana.

L’alpeggio offre una rete di sentieri perfetti per passeggiate rilassanti, paesaggi mozzafiato e l’aria fresca che solo la montagna può regalare; inoltre, è possibile trovare una notevole biodiversità: oltre a una varietà di specie floreali, tra cui la rara Campanula di Zois e la meravigliosa Stella Alpina, abbiamo l’opportunità di avvistare animali come la Marmotta, la Lepre Alpina e l’Aquila Reale.
Grazie alla sua complessità, questa regione è inserita nella Zona Speciale di Conservazione di Jôf di Montasio e Jôf Fuart, oltre a essere una Zona di Protezione Speciale delle Alpi Giulie.

Per ulteriori informazioni visitate il sito web ufficiale di Malga Montasio

Il Montasio DOP

Sapete che il rinomato formaggio Montasio DOP ha le sue radici proprio in questo altopiano? Malga Montasio fornisce gli ingredienti base per la produzione di questo formaggio di alta qualità: fieno, latte e l’aria pura delle montagne.

Per tradizione si attribuisce la nascita del Montasio all’opera dei monaci benedettini dell’Abbazia di San Gallo di Moggio Udinese già nel 1200.
La prima testimonianza scritta risale al 1773, in un documento pubblico del Consiglio della città di Udine.
Il Montasio è un formaggio ufficialmente tutelato già dal 1955, ed ha ottenuto nel 1996 dall’Unione Europea la speciale certificazione DOP (Denominazione di Origine Protetta).

Dopo una lunga passeggiata nei sentieri, non dimenticate di gustare una deliziosa fetta di Montasio DOP. Oltre a essere incredibilmente saporito, questo formaggio è altamente nutriente e facilmente digeribile, ricco di proteine, calcio, fosforo, ferro e vitamine.

Nel nostro negozio online, è possibile trovare il Montasio DOP, prodotto dai nostri allevatori.

L’Alpeggio di Malga Montasio è un vero gioiello nascosto nelle Alpi Giulie, dove la natura si fonde con la tradizione e la qualità dei prodotti caseari è senza paragoni. La prossima volta che viaggiate nella regione Friuli Venezia Giulia, non perdete l’opportunità di scoprire questo affascinante luogo, immerso nel verde, ricco di biodiversità e circondato da panorami spettacolari.

Olio Tergeste DOP: tradizione e qualità in bottiglia

In questo articolo parliamo di uno dei prodotti alimentari più amati ed esportati della tradizione culinaria italiana: l’Olio d’oliva. Più specificamente, scopriamo le origini e la produzione dell’olio Tergeste DOP, che rappresenta un vero e proprio gioiello culinario della regione Friuli- Venezia Giulia.

Le origini dell’olio d’oliva

Prima di parlare del Tergeste DOP, facciamo un salto nella storia per scoprire le origini di questo alimento prezioso, che risale addirittura al 4000 a.C. e che veniva utilizzato in Armenia, Palestina e India soprattutto per le sue proprietà cosmetiche e curative.

Furono i Greci a diffonderlo nel Mediterraneo e i Romani a diffondere la coltivazione nel territorio dell’Impero, portandolo anche in Nord Europa.
Con i Romani furono affinate le tecniche di coltivazione e di estrazione e fu introdotta la suddivisione dell’olio, in base alla sua qualità e alle caratteristiche specifiche.

Successivamente, nel Medioevo, l’olio d’oliva perse temporaneamente la sua funzione alimentare, per dare spazio all’utilizzo di grassi animali, come il burro e lo strutto.
In questo periodo, fu utilizzato soprattutto per la produzione di unguenti curativi e per le funzioni liturgiche.

Fortunatamente, l’olio d’oliva riprese ad essere utilizzato nel bacino del Mediterraneo e, durante il Rinascimento, l’olio rappresentava il condimento più apprezzato e diffuso nel territorio, in particolar modo in Italia.

La sua ampia diffusione ci porta ad oggi, in cui l’olio di oliva è uno degli alimenti base della dieta mediterranea e sicuramente uno dei prodotti più amati ed esportati nel mondo.

L’olio d’oliva Tergeste
A questo punto, possiamo scoprire la storia del protagonista di questo articolo, l’Olio Tergeste DOP, che si distingue per la sua ottima qualità e le sue caratteristiche organolettiche uniche, molto apprezzate dagli intenditori.

L’olivicoltura nel territorio di Trieste fu introdotta dagli antichi Fenici, che disseminarono le coste dell’Adriatico con piante di ulivo, con lo scopo di aiutare le proprie attività commerciali. Come citato in precedenza, furono poi i Romani a diffonderne la coltivazione e ad investire nel miglioramento delle tecniche di produzione.

Possiamo, infatti, trovare delle testimonianze provenienti da questo territorio, scritte da figure storiche di notevole importanza, come Marziale, Plinio e Strabone. Durante l’epoca romana, ogni podere triestino e istriano aveva un proprio frantoio.
Scopri di più sulla storia dell’olio d’oliva Tergeste DOP sul sito di Parovel, qui!

La produzione dell’olio d’oliva e dell’olio Tergeste DOP

Prima di cominciare, è necessario specificare che in commercio non c’è un solo tipo di olio d’oliva, come probabilmente già saprai. L’olio si differenzia per le sue caratteristiche fisico-chimiche e organolettiche. Il livello di acidità è uno dei componenti che ha un ruolo fondamentale nella determinazione della qualità dell’olio d’oliva.

L’olio extra vergine di oliva, ad esempio, è quello che presenta la qualità più alta. Infatti, la sua acidità non supera lo 0,8%.

Continua a leggere per scoprire le varie fasi di produzione dell’olio!

  • Si comincia con la raccolta delle olive, che può essere svolta manualmente oppure con l’ausilio di macchine e strumenti agricoli.
    Il periodo della raccolta delle olive avviene in autunno, da ottobre a dicembre.
  • Successivamente, avviene la fase del lavaggio delle olive, che sono ripulite dalle impurità e dalla terra. Questa fase è fondamentale per ottenere un olio d’oliva di qualità.
  • A seguito del lavaggio, le olive sono frantumate in una pasta densa e corposa, tramite la molitura oppure la frangitura.
  • Dopo la frangitura, si passa alla gramolatura, in cui la pasta viene rimescolata in una vasca e scaldata, ma non oltre i 27°C. Si tratta di una delle fasi più delicate, in cui le particelle oleose vengono separate dall’acqua.
  • Infine, si passa alla spremitura, che può avvenire a caldo o a freddo. Con questa fase, anch’essa molto delicata, si separano gli elementi che compongono la pasta, ovvero il mosto oleoso, la sansa e l’acqua di vegetazione. Nel caso dell’olio extravergine di oliva, la spremitura deve avvenire a freddo.

A questo punto l’olio è torbido, ma già pronto al consumo. Per renderlo più trasparente, viene filtrato in un decanter, per poi essere imbottigliato.

La produzione dell’Olio Tergeste DOP
Adesso che abbiamo scoperto le modalità di produzione dell’olio d’oliva, vediamo più in dettaglio la produzione dell’Olio Tergeste DOP. La sua produzione, nello specifico, comprende l’intero territorio della provincia di Trieste ed è definita nel dettaglio da un rigido disciplinare.

Il Tergeste DOP è ottenuto dai frutti dell’olivo, principalmente della varietà Belica o Bianchera. Questa varietà si trova sulle colline che circondano il Golfo di Trieste e sui terreni calcarei dell’altipiano carsico. Questa varietà autoctona, infatti, è particolarmente resistente al freddo.

Per quanto riguarda l’olio, quello di Bianchera presenta particolari aspetti, che lo rendono unico e di ottima qualità, quali:

  • un’alta percentuale di acido oleico;
  • un elevato contenuto di polifenoli, antiossidanti naturali;
  • un’acidità molto bassa.

La raccolta avviene sempre fra ottobre e dicembre e le olive devono essere prelevate direttamente dalla pianta, per poi essere portate al frantoio.

vita azienda agricola parovel
Azienda Agricola Parovel

L’Azienda Agricola Parovel
Sul nostro sito puoi trovare l’olio Tergeste DOP, il monovarietale di Bianchera-Belica dell’Azienda Agricola Parovel.

L’azienda nasce nel 1898 con il trisavolo Parovel, che, insieme ai suoi sei figli, produceva vini e olio extravergine di oliva.
L’attività continua ad essere portata avanti con passione e dedizione dalla famiglia e oggi è guidata da Elena ed Euro Parovel.

La produzione è portata avanti seguendo la filosofia dell’economia circolare e della sostenibilità, ponendo particolare attenzione ad evitare gli sprechi e cercando di riciclare e riutilizzare il più possibile i materiali.

Le caratteristiche organolettiche e gli utilizzi in cucina

Quali sono, dunque, le caratteristiche organolettiche di questo olio di elevata qualità?

L’olio si presenta di colore oro-verde, con un profumo fruttato medio e dal sapore fruttato, leggermente piccante.
Uno dei motivi per cui è di ottima qualità è la sua bassa acidità, che non eccede 0,5 g per 100 g di olio. Scopri di più, qui.

Prova l’Olio extravergine di oliva Tergeste DOP di Parovel sul nostro sito! Troverai:

  • olio tergeste dop ulkal’Olio UL’KA di Parovel, un prodotto che dal 2016 è anche diventato Presidio Slow Food! È un olio extravergine Tergeste DOP, di varietà Biancera- Belica.
    Dal profumo fruttato, verde, di media intensità, che presenta sentori di carciofo, foglia d’olivo e pepe verde. Al gusto, si presenta equilibrato, con interessanti note di amaro medio e di piccante e con note di carciofo, frutta bianca e mandorla.

 

 

  • olio tergeste dop unicol’Olio UNICO di Parovel, un olio Tergeste DOP dall’aroma fruttato medio, di tipo verde, con sentori di erba, pomodoro ed erbe aromatiche. Il gusto si presenta equilibrato, con una sensazione iniziale amara, dolce e un leggero piccante piacevole di media intensità. Ha un interessante retrogusto di cardo, mandorla e pomodoro.

 

 

Gli utilizzi migliori in cucina
Ora, scopriamo quali sono i migliori utilizzi in cucina di questo olio unico e pregiato!

Il suo gusto delicato, verde e avvolgente lo rende ideale da utilizzare in molte preparazioni, quali insalate, creme di verdura, zuppe e così via.

Tra gli abbinamenti migliori, ti consigliamo quello con le verdure, soprattutto con gli asparagi bianchi friulani, per una combinazione di sapori tradizionale e da leccarsi i baffi!

Adesso che conosci l’Olio Tergeste DOP non ti resta che provarlo! È un prodotto che non può di certo mancare nella cucina degli intenditori e degli amanti dell’olio!

Il Formadi Frant: una storia di recupero e tradizione

In questo articolo esploriamo le origini e le caratteristiche di un formaggio unico, originario del territorio della Carnia e nato grazie alla necessità di non sprecare nulla di ciò che poteva servire per la sussistenza.

Leggi l’articolo e scopri di più sulla sua storia e sulla sua interessante produzione, che è piuttosto diversa da quella degli altri formaggi.

Le origini del Formadi Frant

Il Formadi Frant in realtà non è propriamente un formaggio, in quanto viene prodotto da un impasto di formaggi frantumati, da cui l’origine del nome.

Perché proprio in Carnia?
Questo formaggio nasce nel territorio della Carnia, la regione storica che si estende a nord e a est del sistema dolomitico. Il nome deriva dagli antichi carni, la popolazione celtica che risiedeva nel bacino del fiume Tagliamento e dell’Isonzo.

Dal punto di vista naturalistico, la Carnia è davvero una regione splendida, il cui fascino è fortemente legato alla presenza delle montagne che incrociano le valli e all’assenza di attività industriali. Il paesaggio è incontaminato e legato alla storia naturale e alle origini della zona. Nelle valli sono presenti boschi e pascoli curati con amore per il territorio e per l’identità unica del luogo.

La Carnia è ricca di prodotti tradizionali unici, come il Formadi Frant, la cui origine è legata anche al clima della regione, caratterizzato da inverni rigidi e venti impetuosi.
In un territorio come questo, non era possibile sprecare nulla che potesse servire al sostentamento e alla sopravvivenza.

È proprio da questa necessità che nasce il Formadi Frant, per non sprecare le forme non perfette o difettose dei formaggi, ad esempio gonfiate o perché presentavano una crosta spaccata.

Proprio come le strissulis, i ritagli dei formaggi ricavati quando il casaro ne aggiusta la forma, il Formadi Frant nasce con lo scopo del recupero.
Se vuoi scoprire di più sulle strissulis, ti consigliamo di leggere l’articolo sul frico friulano, qui!

La produzione e le caratteristiche

Come abbiamo già detto in precedenza, questo formaggio nasce dalla frantumazione di altri formaggi di Latteria, di media e lunga stagionatura, grattugiati e amalgamati fino all’ottenimento di un impasto omogeneo. Successivamente, vengono aggiunti panna fresca pastorizzata, altri prodotti a base di latte, sale e pepe. Il composto viene messo in stampi con fascere di legno e pressato, prima di passare alla stagionatura.

Lo sapevi che…
La presenza del pepe ha origini storiche, in quanto veniva utilizzato principalmente per tenere lontani i topi dalle forme.

Per quanto riguarda la sua stagionatura, è solitamente lasciato maturare per circa 40 giorni.
Scopri di più sulla storia del Formadi Frant sul sito di Slow Food FVG!

Sapore e consistenza
II Formadi Frant è un formaggio morbido, friabile e cremoso, dal gusto unico, che può variare in base al produttore e ai formaggi utilizzati. L’evoluzione di gusti parte dalla dolcezza della panna, allo speziato del pepe, passando per il sapore intenso del formaggio latteria.

È un formaggio dalla produzione artigianale, che si trova più facilmente nelle latterie locali, piuttosto che nella grande distribuzione.
Se vuoi assaggiarlo, sul nostro sito puoi trovare vari tipi di Formadi Frant, direttamente dai nostri produttori.

Eccone alcuni…

formadi frant

Il Classico
Se cerchi il Formadi Frant Classico, prova quello di Casera Rugo, a pasta compatta e semidura ma friabile. Il suo sapore è marcato, con presenza di piccantezza e speziatura che creano un gradevole contrasto dolce-piccante.

Trovi anche gli ottimi Formadi Frant di Azienda Agricola San Juri e di Latteria di Coderno!

 

 

formadi frant casera rugoI particolari
Vuoi provare un mix di sapori unico e particolare?
In questo caso, puoi trovare il Formadi Frant con le noci, con le uvette, con i semi di finocchio e diversi altri ingredienti, di Casera Rugo.

Questo formaggio è molto legato al suo produttore, infatti può variare di produttore in produttore. Per questo, riteniamo che sia importante anche scoprire la loro storia e ciò che li contraddistingue.

Scopri di più sui nostri produttori di Formadi Frant…

  • Casera Rugo è un’azienda della Carnia, dove riscoprire i sapori tradizionali della montagna, attraverso le storie, i profumi e i mestieri tramandati da generazioni. L’azienda abbina l’arte casearia a quella della macelleria artigiana e offre prodotti gustosi come il Salato Storico e il Formadi Frant, ponendo particolare attenzione all’ambiente e alla natura.
  • L’Azienda Agricola San Juri si trova nel cuore della Carnia e deve il suo nome all’antica chiesetta che sorge nelle sue vicinanze. L’azienda produce nel rispetto della natura e delle tradizioni della cultura locale e, tra i suoi prodotti, possiamo trovare il Formadi Frant.
  • La Latteria sociale di Coderno nasce come cooperativa turnaria nel 1932 per tutelare e coordinare l’attività zootecnica locale. Qualità, tipicità e genuinità contraddistinguono l’ampia gamma di prodotti della latteria, che va dal Montasio DOP, al Latteria, alla caciotta e tanti altri, tra cui il Formadi Frant.

Oggi, è molto importante valorizzare i produttori locali, che si impegnano ogni giorno, con passione e dedizione, per portare sulle nostre tavole prodotti buoni e unici!

Gli abbinamenti migliori

A questo punto dell’articolo, scopriamo quali sono i migliori abbinamenti per gustare al meglio questo formaggio speciale.

Il Formadi Frant è un formaggio tipicamente da tavola, da consumare durante o a fine pasto. Può essere accompagnato con il pane o con la polenta e si presta ad essere abbinato anche a confetture di frutta e miele, che ne bilancia la sapidità.

Vuoi un consiglio?
Provalo con il miele di tarassaco, è davvero eccezionale! Puoi trovarlo sul nostro sito!

Se, invece, stai cercando l’accompagnamento ideale con un vino, non possiamo che consigliarti il tipico Verduzzo friulano oppure un calice di vino rosso come il Refosco o il Cabernet Franc.

Qualsiasi sia il modo in cui decidi di goderti questo formaggio, è un prodotto che vale davvero la pena di scoprire, per la sua particolare storia ricca di tradizione e di amore per il territorio.

Non ti resta che assaggiare, buon appetito!

L’asparago bianco del Friuli Venezia Giulia: un tesoro culinario da scoprire

Oggi andiamo alla scoperta di un prezioso ortaggio primaverile, dal colore e dal gusto unici: l’asparago bianco!

Forse già saprai che esistono tante varietà di asparago, tra le quali spicca il protagonista di questo articolo, l’asparago bianco, per le sue caratteristiche speciali.
Leggi l’articolo per scoprire di più su questo tesoro culinario unico, che rappresenta una delle eccellenze della regione Friuli Venezia Giulia.

La storia dell’asparago

Prima di cominciare, scopriamo la storia di questo ortaggio, che affonda le sue radici in tempi molto antichi.

Giunto dal Medio Oriente ed utilizzato già dagli antichi Egizi, la presenza dell’asparago è documentata anche sulle tavole dei romani più benestanti nel 200 a.C. come un alimento di lusso, molto apprezzato anche dagli imperatori romani.

L’asparago compare in diverse opere letterarie di personaggi illustri, tra i quali il politico e oratore romano Marco Porcio Catone, che ne illustrò dettagliatamente le tecniche di coltivazione nella sua opera “De Agri Cultura” e Plinio il Vecchio nella sua celebre opera “Naturalis Historia”, in cui ne descrisse sia i metodi di coltivazione che quelli di preparazione.

Durante il Medioevo, l’asparago non fu utilizzato particolarmente in cucina, ma prevalentemente per le sue capacità medicinali depurative e diuretiche.
In seguito, intorno al 1500, l’asparago fu riscoperto come alimento e cominciò a diffondersi in Francia e in Italia, comparendo solo sulle tavole dei più ricchi. Scopri di più sulla sua storia.

L’asparago bianco, nello specifico, già dalla fine dell’Ottocento trovò un terreno fertile in Friuli, nella zona di Tavagnacco, vicino a Udine e divenne presto uno dei prodotti tipici del territorio friulano. Infatti, l’asparago bianco del Friuli Venezia Giulia è anche chiamato “asparago bianco di Tavagnacco”.

Una curiosità…
A Tavagnacco è nata addirittura una festa dedicata all’asparago bianco, la Festa degli Asparagi, che si svolge ad aprile e maggio. Quella di Tavagnacco è la festa più antica, istituita nel 1935.

asparagi azienda agricola del zotto lucaLe caratteristiche dell’asparago bianco

L’Asparagus Officinalis appartiene alla famiglia delle liliacee ed è una pianta erbacea caratterizzata da un rizoma corto e da radici carnose. I turioni, ovvero i giovani germogli, crescono in primavera, cominciando ad uscire dalla terra. Quando essi entrano in contatto con la luce del sole, sviluppano un colore violaceo che, successivamente, diventa verde.

Perché gli asparagi bianchi restano bianchi?
L’asparago bianco deve il suo colore caratteristico alla mancanza di clorofilla. Infatti, questa varietà di asparago si sviluppa sotto terra e non vede la luce del sole, rimanendo bianca.

La coltivazione di questa pianta non è tra le più semplici, anzi è piuttosto laboriosa e richiede molto tempo, ed è anche per questo che, nei secoli, l’asparago era considerato un alimento di lusso.

Se non li hai mai assaggiati, ti starai chiedendo che sapore hanno questi asparagi così particolari, rispetto agli altri più colorati.
Così come il loro colore, anche il gusto è derivato dalla mancanza di sole, che permette lo sviluppo di un sapore più dolce e delicato degli altri.

A differenza di quello bianco, l’asparago violetto fuoriesce dalla terra e acquisisce così un colore lilla uniforme e un sapore più fruttato e leggermente amaro.

Come quello violetto, anche il più conosciuto asparago verde germoglia al sole e acquisisce un gusto più deciso e leggermente dolciastro.

Le sue proprietà benefiche
Come abbiamo detto in precedenza, già nel Medioevo l’asparago veniva utilizzato per le sue numerose proprietà benefiche per la salute.
Questo ortaggio, infatti, presenta particolari proprietà diuretiche e depurative ed è ricco di fibre, vitamine, sali minerali, calcio e fosforo. Inoltre, è molto povero di calorie e favorisce la stimolazione dell’appetito.

asparagi bianchi in agrodolce
Asparago bianco in agrodolce dell’Azienda agricola Del Zotto Luca

Non vedi l’ora di portarlo sulla tua tavola? Lo trovi sul nostro sito sia in agrodolce che in crema, prodotto dall’Azienda Agricola Del Zotto Luca, che è uno dei produttori di asparago bianco certificati AQUA.

Il Marchio AQUA
AQUA è un marchio di qualità collettivo e volontario, istituito dalla regione Friuli Venezia Giulia e gestito dall’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale.

Questo marchio di qualità regola tutte le fasi della produzione, dalla scelta dei terreni alla densità dell’impianto, alla concimazione, irrigazione e raccolta. L’asparago bianco con marchio AQUA è caratterizzato dalla sua elevata qualità.

 

Ricette e abbinamenti migliori

Adesso è arrivato il momento più atteso… come gustare al meglio questi deliziosi asparagi?
Continua a leggere per scoprire i migliori abbinamenti e una deliziosa ricetta per goderti questa eccellenza friulana.

Ecco qualche idea…

  • Con le uova: il classico abbinamento asparagi e uova è classico per un motivo! I gusti delicati di entrambi gli ingredienti si sposano benissimo fra di loro in un piatto semplice ma gustoso, che vale la pena provare.
  • Con lo speck o la pancetta: se vuoi preparare un piatto più saporito, unisci il gusto più deciso dello speck o della pancetta a quello delicato degli asparagi bianchi, magari in un bel piatto di pasta.
  • Con il prosciutto crudo di San Daniele: forse siamo un po’ di parte, ma questa è una delle migliori combinazioni da provare! Arrotola qualche fetta di prosciutto crudo di San Daniele DOP intorno agli asparagi bianchi e vedrai che piatto semplice, delicato e sfizioso… e che bontà.
  • Con il Montasio DOP: prova qualche fetta di Montasio DOP fresco o mezzano da accompagnare agli asparagi in agrodolce per un antipasto tradizionale e gustoso. Ancora più buono se accompagnato da un buon vino bianco della tradizione.
  • In crema: se sei un amante degli asparagi, la crema di asparagi bianchi è decisamente da provare. È perfetta da utilizzare nei risotti, con la pasta oppure su qualche crostino.

Una ricetta davvero deliziosa… L’Orzotto di Asparagi bianchi e Pitina IGP
Non possiamo lasciarti senza una ricetta speciale, preparata con gli ingredienti di Fattorie Friulane dalla chef Lorena De Sabata.
Ecco la video ricetta dell’Orzotto con asparagi bianchi e Pitina IGP, un piatto sfizioso, prelibato e semplicissimo da preparare, con la pratica box di ingredienti che trovi sul nostro sito e seguendo tutti i passaggi della chef.

Infine, se vuoi abbinare gli asparagi bianchi a un vino, ti consigliamo un buon vino bianco come il Sauvignon DOC.

Buon appetito!

Le Latterie Turnarie

Hai mai sentito parlare delle latterie turnarie? Leggi l’articolo per scoprire di più su questa antica tradizione friulana!

La storia delle Latterie Turnarie

Le latterie turnarie sono un sistema di gestione del latte e della lavorazione di prodotti caseari nato verso la fine dell’ottocento e presente soprattutto nelle zone del Friuli, del Trentino, del Veneto e della Slovenia.
Un tempo erano molto diffuse e rappresentavano una forma efficiente ed economica di gestione del latte, particolarmente adatta alla produzione su piccola scala degli allevatori friulani.

Questo sistema è stato istituzionalizzato con la prima latteria a Collina di Forni Avoltri nel 1880 e, da allora, si è diffuso su tutto il territorio.

Ma come funzionavano esattamente?
Le latterie turnarie si basavano sulla caseificazione collettiva, ovvero ogni famiglia di allevatori, socie della latteria, portava il proprio latte che poi veniva lavorato e trasformato in formaggio. Ogni socio manteneva la proprietà del prodotto finito per stagionarlo e commercializzarlo in proprio.
Con questo sistema, il credito o il debito di latte delle famiglie nei confronti della latteria, veniva annotato ogni giorno su un libretto, chiamato “libretto del latte”, che veniva conservato con cura.

Il nome “turnarie” deriva dal fatto che le famiglie, a turno, conferivano il latte al caseificio, in un giorno specifico della settimana che veniva assegnato ad ognuno dei soci. Chi portava una quantità maggiore di latte, aveva a disposizione più giornate nell’arco della settimana per portarlo in struttura.

Come si svolgeva una giornata tipo in una latteria?
La giornata di lavoro iniziava prima dell’alba, quando il socio di turno arrivava in latteria e portava la legna per accendere il fuoco, che scaldava l’acqua utilizzata per le pulizie e per la cottura del formaggio. Una volta acceso il fuoco, il casaro iniziava a scremare il latte della sera, che era stato lasciato a riposare per tutta la notte nelle bacinelle apposite. Al mattino, si era formato uno strato superficiale più denso, dovuto all’affioramento della panna del latte.

In seguito, la panna veniva trasferita in una piccola botte di legno, la zangola, con cui si agitava la panna, per consentire la separazione della parte liquida da quella grassa e dare origine al burro. Nel frattempo , il casaro si occupava di rimuovere dalla pressatura il formaggio della sera prima, per poi disporlo nella salamoia per la salatura.

A questo punto cominciava la consegna del latte appena munto da parte dei soci della latteria, che doveva essere il più “pulito” e privo di impurità possibile. Il latte veniva pesato e versato nella caldaia di rame, insieme al latte scremato della sera. Dopo aver aumentato il fuoco, veniva aggiunto il caglio, fondamentale per consentire il processo di coagulazione.

Il momento della consegna del latte aveva un forte valore sociale e rappresentava un momento di condivisione e di scambio per i soci, spesso numerosi, che si recavano alla latteria.

Dopo una breve pausa, si giungeva al momento della giornata della produzione del formaggio, quando il casaro procedeva con il taglio e la cottura della cagliata. A questo punto, il latte si presenta come un agglomerato compatto immerso nel siero.
Con le tele utilizzate per raccogliere la cagliata, il casaro estraeva le forme di formaggio per poi collocarle negli stampi per la pressatura, che durava fino al mattino seguente, per poi essere posto nelle vasche della salamoia. Le forme venivano poi ripetutamente girate, per far espellere il siero residuo.

Per completare la fase di salatura delle forme, grani di sale grosso venivano distribuiti sulla superficie del formaggio, che da quel momento era pronto per cominciare la stagionatura.

storia latteria sociale turnaria di lavariano
Latteria Sociale Turnaria di Lavariano

Latterie Turnarie e Latterie Sociali

Se hai sentito parlare delle latterie turnarie, avrai sicuramente sentito anche parlare delle latterie sociali, ma qual è la differenza?

Nel corso del tempo la latteria turnaria si è trasformata in latteria sociale, che differisce dalla prima in quanto il socio, anziché ritirare il suo formaggio riceveva un compenso in denaro proporzionale al latte portato in latteria o al prodotto finito lasciato al casaro da commercializzare. Scopri di più.
Dunque, la latteria sociale, invece di effettuare un servizio di lavorazione da parte dei soci, come nel caso della turnaria, acquista il latte o i prodotti caseari finiti.

Purtroppo, questo sistema sta progressivamente scomparendo e il numero di latterie turnarie in Friuli è sempre minore, per fortuna, però, ce ne sono ancora! Per questo è molto importante sostenere le piccole realtà che si impegnano a mantenere viva la tradizione delle latterie turnarie e sociali friulane.

I nostri produttori

Scopri di più su alcune delle latterie turnarie e sociali che fanno parte del progetto di Fattorie Friulane. Ognuna di loro ha una storia di passione e di tradizione che vale la pena scoprire.

  • La Latteria Sociale di Castions di Strada si trova nel cuore del paese ed è una delle latterie turnarie più antiche del Friuli.
    È nata nel 1902 per volere della comunità castionese e la sua storia accomuna le famiglie di più generazioni, rimanendo un punto di riferimento costante nel tempo.
    Essendo una Latteria Sociale, è composta da soci che hanno piccoli allevamenti a Castions di Strada e nei paesi vicini. Il loro obiettivo è quello di riproporre i sapori di una volta, mantenendo uno stretto rapporto tra gli allevatori e gli animali, senza l’utilizzo di allevamenti intensivi che, purtroppo, oggi sono sempre più comuni.
    Assaggia sul nostro sito i buonissimi formaggi “di una volta” della Latteria Sociale di Castions di Strada.

 

  • Un’altra latteria sociale che vogliamo presentarti è quella di Talmassons, un caseificio storico nato nel 1928.
    Inizialmente, i soci, gli agricoltori del paese, conferivano il latte e, a turno, producevano il formaggio, che restava di loro proprietà. Dal 1981 la cooperativa diventò un caseificio sociale e passò alla vendita diretta dei prodotti caseari da parte della cooperativa.
    Oggi, è una realtà ben affermata e molto richiesta per l’ottima qualità dei suoi formaggi, tra i quali si può trovare il tradizionale Latteria.
    Non è tutto… nel 2011 hanno anche aperto la gelateria, che prepara ottimi gelati con il latte dei produttori locali.
    La produzione artigianale della Latteria Sociale di Talmassons è affidata completamente a casare donne, che lavorano in modo tradizionale, nell’assoluto rispetto delle normative igienico-sanitarie.
    Sul nostro sito puoi assaggiare i loro gustosi prodotti!

 

  • Anche la storia della Latteria Sociale di Cividale e delle Valli del Natisone è molto interessante da scoprire. È nata nel 1924 come latteria turnaria e attualmente è costituita da 40 soci che conferiscono il loro latte in caseificio. Giornalmente sono lavorati circa 200 quintali di latte, trasformato in formaggi freschi e stagionati, tra cui il Montasio DOP tradizionale, il Latteria e diversi altri formaggi tutti prodotti a latte crudo.
    Tra i loro prodotti ci sono anche salumi, vini, biscotti e dolci e sul nostro sito puoi trovare il buonissimo Nestri “frico” prodotto con le patate e i loro formaggi freschi!

 

  • Ti presentiamo anche la Latteria Sociale Turnaria di Lavariano, che nasce nel 1922, quando alcuni dei contadini di Lavriano, abituati dall’inizio del ‘900 a portare il latte al paese vicino di Risano, hanno deciso di creare una propria latteria.
    La sua storia ebbe una svolta quando, a seguito della Seconda Guerra Mondiale, in un contesto in cui la situazione agricola risultava molto grave, la latteria si impegnò per aiutare i contadini locali, acquistando per loro alcune delle macchine agricole e determinando così la nascita della società agricola.
    La latteria venne trasformata in Società Cooperativa, composta dagli allora 182 soci, che costituivano quasi tutte le famiglie del paese di Lavariano.
    Uno dei prodotti di punta è il Montasio DOP, per il quale la latteria ha ricevuto anche l’elogio dal Consorzio Montasio per la cura e la realizzazione di un prodotto di ottima qualità.
    Oggi vengono lavorati ogni giorno circa 25 quintali di latte e la latteria ha ampliato la gamma dei loro prodotti, introducendo formaggi come caciotte, formadi frant, Mentalino e molti altri!
    Assaggia i formaggi prodotti con passione, amore per la tradizione e consapevolezza della latteria!

 

  • La storia della Latteria Turnaria di Campolessi, che riveste un ruolo sociale ed economico fondamentale per il sostegno alla comunità, comincia nel 1908.
    Infatti, nel corso del tempo la latteria si impegna ad aiutare la comunità, attraverso, ad esempio, prestiti di attrezzi a costi contenuti e l’elargizione di fondi da parte della latteria a uso delle “istituzioni parrocchiali” per aiutare a costruire la chiesa.
    Nel 1926 viene inaugurato il nuovo caseificio, a seguito della ristrutturazione della struttura.
    Attualmente, i soci conferitori sono 15 e provengono da Gemona e dai comuni limitrofi e la quantità di latte lavorata giornalmente è di circa 20 quintali.

 

  • Scopriamo anche la storia del Caseificio sociale Alto But, che nasce nel 1969 dalla fusione delle piccole latterie della Val But.
    Giornalmente, nel periodo da dicembre a giugno, vengono lavorati 115 quintali di latte, mentre, da luglio a novembre, circa 60 quintali, in quanto la maggior parte del bestiame sale sulle malghe.
    Per la lavorazione del formaggio, il caseificio sociale Alto But utilizza tecniche moderne, mantenendo intatto il rispetto delle antiche tradizioni.
    Assaggia i formaggi Alto But sul nostro sito!

 

  • Ti presentiamo anche la Latteria Sociale di Coderno, fondata nel 1889 che nasce come Cooperativa turnaria nel 1932 per tutelare, coordinare e sviluppare l’attività zootecnica locale.
    Il decennio degli ‘80 fu un periodo di crisi per la latteria, così come per il settore agricolo e lattiero-caseario in generale. Per uscire da questo momento di crisi, la latteria decise di interrompere la monoproduzione standard di Montasio e di sfruttare anche nuovi spazi di mercato, creando nuove prospettive.
    Nel 1990, infatti, ci fu una ristrutturazione totale dello spaccio della sede sociale e, a seguito, ci fu l’inaugurazione di nuovi punti vendita che permisero il potenziamento dell’attività.
    La gamma dei prodotti attuali è costituita sia dal formaggio Montasio, che dai formaggi tipici del Caseificio di Coderno, come il Latteria, ma anche diversi altri formaggi come mozzarelle, caciotte, ricotta affumicata e altri prodotti.
    Tutti i loro prodotti sono caratterizzati dall’ottima qualità, dalla loro tipicità e dalla genuinità. Li trovi sul nostro sito, insieme al Frico friulano in varie versioni.

 

  • Concludiamo la storia parlando delle latterie di Fagagna Borgo Paludo e Borgo Riolo.
    L’antica tradizione del formaggio di Fagagna nasce alla fine del 1800, quando alcuni dei soci fondatori si unirono a formare la prima latteria. La tradizione fu tramandata di padre in figlio e ora sopravvive grazie a queste due latterie cooperative, che sono fortemente inserite nel tessuto del paese.
    Il latte che arriva giornalmente dalle stalle è soggetto a rigidi e costanti controlli sanitari, per assicurare la freschezza del prodotto. Un aspetto particolare del formaggio di Fagagna è anche la specifica alimentazione delle mucche, data dalle varie essenze di erbe presenti nel fieno e nei prati circostanti Fagagna, che conferiscono al prodotto un gusto inconfondibile e riconoscibile.
latteria di fagagna borgo paludo
Produzione del formaggio Latteria Borgo Paludo
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Formaggio Latteria Pezzata Rossa Italiana

Il formaggio Latteria

Il Latteria si chiama così perché è proprio il formaggio che deriva dalla tradizione delle latterie turnarie e sociali.

Sul nostro sito puoi trovare diversi formaggi Latteria, dai più freschi ai più stagionati! Eccone alcuni:

  • il Fagagna fresco di Borgo Paludo, un formaggio dolce e morbido che ricorda il profumo del latte
  • il Latteria 6 mesi di Latteria Sociale di Talmassons, un mezzano prodotto con latte crudo, che ne caratterizza il sapore di nocciola nelle brevi stagionature e più deciso nelle medie
  • il Latteria PRI di La Fattoria di Pavia, prodotto con il latte di Pezzata Rossa Italiana
  • il Latteria stagionato 12 mesi di Azienda Agricola Li.Re.Ste, un formaggio più stagionato molto versatile.

Adesso che conosci la storia delle latterie turnarie e sociali non ti resta che provare questo tradizionale formaggio friulano!

La Pezzata Rossa Italiana: un’eredità italiana unica

In questo articolo parliamo della Pezzata Rossa Italiana (P.R.I.). Ne hai già sentito parlare? È una razza di bovine di origine friulana in grado di produrre carne e latte di ottima qualità. Se vuoi scoprire di più su questa razza e sulle sue caratteristiche continua a leggere l’articolo.

Che cos’è la Pezzata Rossa Italiana?

La P.R.I. appartiene al gruppo di razze che fanno riferimento alla popolazione Simmental, che è una delle più numerose al mondo, con più di 40 milioni di capi! È così diffusa perché è una bovina eclettica, in grado di produrre latte in buona quantità e di ottima qualità e ottima carne.

Origine e storia

La Pezzata Rossa Italiana è una razza di origine meticcia, nata nel 1870 da un incrocio di sostituzione avvenuto tra una vecchia razza locale, detta Friulana, che presentava il mantello “fromentino”, e la razza Simmental pezzata rossa di origine Svizzera.

Si è diffusa in tutta Italia, dalla sua zona di origine del Triveneto ( ovvero Friuli-Trentino-Veneto) e attualmente si possono contare circa 400.000 capi, suddivisi fra la zona di origine e il Centro e Sud Italia.

Una curiosità sulla razza Friulana…
Questa razza di bovine era adibita soprattutto al lavoro, piuttosto che alla produzione di carne e latte. Infatti, una delle caratteristiche per le quali si distingueva era proprio la sua attitudine dinamica, derivata dalla sua costituzione fisica. Il suo forte sviluppo scheletrico e le sue articolazioni robuste la rendevano un potente mezzo da lavoro, in grado, inoltre, di produrre una grande quantità di latte.

La sua storia non finisce certo qui, anzi, la “duplice attitudine latte-carne” di questa razza è stata resa possibile solo dai perfezionamenti che sono stati messi in atto successivamente per migliorare significativamente sia la qualità del latte che quella della carne.

Infatti, è stato possibile migliorare notevolmente la qualità del latte prodotto grazie all’utilizzo di tori francesi di razza Montbeliarde e della carne attraverso gli incroci con tori di razza Bavarese e Austriaca.

Un’altra data che vale la pena menzionare, poiché ricopre un ruolo molto importante nella storia della Pezzata Rossa Italiana è il 1956, quando venne istituita a Udine l’Associazione Nazionali Allevatori Pezzata Rossa Friulana, con il compito di occuparsi del miglioramento genetico della razza.

Caratteristiche

Questa razza bovina è ormai diffusa in tutta Italia e il numero di bovine è in continua crescita. Ma quali sono le caratteristiche principali che la contraddistinguono? Scoprile qui di seguito!

  • Uno dei motivi per cui è così ampiamente diffusa è la sua forte capacità di adattamento alle condizioni di allevamento più svariate e difficili. Possiamo affermare che generalmente sono allevate in stalle di dimensioni medio piccole, solitamente in zone montane o collinari.
  • La sua semplicità di gestione è un’altra importante caratteristica delle Pezzate Rosse Italiane, che è data dall’accurato lavoro di selezione svolto sulla razza, per diminuire il livello di consanguineità.
  • Inoltre, questa razza bovina è fertile, longeva e resistente alle malattie, consentendo una forte riduzione dell’uso di farmaci, una caratteristica positiva molto importante che si traduce nella migliore qualità e salubrità dei prodotti.

La carne e i derivati della Pezzata Rossa Italiana

Adesso che hai scoperto le origini e le caratteristiche principali di questa particolare razza bovina friulana, puoi scoprire perché la carne della P.R.I. è unica, speciale e scelta da moltissimi chef per la sua elevata qualità!

La carne di questa razza ha un basso contenuto di grasso ed è caratterizzata da un equilibrio favorevole tra acidi saturi e polinsaturi.
È una carne succulenta e molto saporita, nota per la sua tenerezza, la sua marezzatura e il suo sapore caratteristico.

Per quanto riguarda la sua carne, sul nostro sito puoi trovare sia la Fiorentina che la Costata di Pezzata Rossa Italiana, una selezione esclusiva di carne pregiata, proveniente da bovini allevati con cura e passione nelle verdi e rigogliose terre del Friuli.
Oltre alla carne però puoi anche trovare il formaggio Latteria PRI prodotto da La Fattoria di Pavia con l’utilizzo del latte delle bovine P.R.I.

Se non sai quale carne scegliere, continua a leggere per scoprire le caratteristiche di questi due tagli di carne, che trovi nel nostro negozio online.

La Fiorentina
La Fiorentina è un taglio di manzo pregiato, chiamato T-bone steak in inglese, che si riconosce dalla sua tipica forma a cuore o triangolare. Proviene dalla lombata e comprende due muscoli, il filetto e il controfiletto, separati dall’osso a forma di T.

Qual è la differenza tra filetto e controfiletto?
Il filetto è noto per la sua impareggiabile tenerezza, mentre il controfiletto è più saporito.

È un tipo di carne che va dal rosa al rosso ciliegia e che, grazie al procedimento della frollatura, perde una parte di acqua in eccesso, concentrando il sapore all’interno delle fibre che acquisiscono tenerezza e succosità.

Con cosa puoi abbinarla?
È perfetta da accompagnare alle verdure come zucchine, radicchi rossi e asparagi e ad un vino rosso di carattere, del territorio friulano, come un Merlot o un Cabernet.

fiorentina di pezzata rossa
Fiorentina di Pezzata Rossa Italiana
costata di pezzata rossa
Costata di Pezzata Rossa Italiana

La Costata
La Costata, detta anche Bistecca in costola, rappresenta uno dei tagli più conosciuti e apprezzati tra gli amanti della carne. È un taglio perfetto per le cotture dirette alla brace o su piastra, ma anche per i più avventurieri che vogliono sperimentare tecniche di cottura meno “tradizionali”.

Questo taglio di carne pregiato è ricavato dalla lombata, ovvero la parte posteriore del bovino, tra la spalla e la coscia, muscoli che svolgono poco lavoro.

La costata è un taglio decisamente saporito, succoso e tenero, grazie alla presenza di grasso che in cottura dona alla carne una morbidezza che stupisce!

Con cosa abbinarla?
La costata è eccellente insieme ad una polenta calda, qualche verdura e rigorosamente accompagnata da un vino rosso di carattere del territorio, come un Refosco di Faedis o uno Schioppettino.

latteria pri
Formaggio Latteria di Pezzata Rossa Italiana

Il formaggio della Pezzata Rossa Italiana

Sul nostro sito puoi trovare anche il formaggio Latteria PRI, prodotto con il latte di ottima qualità della Pezzata Rossa Italiana dal nostro produttore La Fattoria di Pavia.

Ora non ti resta che scegliere quale prodotto assaggiare per primo di questa razza bovina unica, che rappresenta un’eredità friulana di grandissimo valore!

Immergiti in un’esperienza culinaria unica, dove la tradizione incontra la qualità senza compromessi. Ogni boccone di queste succulente bistecche e costate ti trasporterà in un viaggio di sapori indimenticabili. La carne, tenera e succosa, è caratterizzata dal marmorizzamento perfetto e dall’aroma intenso che solo le razze di Pezzata Rossa possono garantire.

Acquistare le nostre bistecche e costate direttamente dagli allevatori significa sostenere l’agricoltura locale e promuovere pratiche sostenibili. Il nostro impegno per la qualità e il benessere animale si riflette in ogni fase del processo di allevamento, garantendo un prodotto che puoi gustare con la consapevolezza di fare una scelta più etica e responsabile. Infatti, i nostri allevatori, che dedicano la loro vita agli animali e all’eccellenza della produzione, si prendono cura di ogni dettaglio.

La Rossa Pezzata del Friuli Venezia Giulia

Approfondimenti

Per scoprire di più sulla Pezzata Rossa Italiana, puoi visitare anche il sito La Rossa Pezzata FVG e assaggiare i prodotti nel nostro negozio online!

Alla scoperta del Frico: dalla storia alla ricetta

Hai già sentito parlare del Frico ma non sai cosa sia? Oppure lo conosci ma vuoi scoprire qualche curiosità su questo piatto? In questo articolo ne scoprirai la storia, come si prepara e, per non farti mancare nulla, trovi anche una gustosissima ricetta così potrai prepararlo seguendo tutti i passaggi!

Che cos’è il frico friulano… la sua storia

Il frico è un piatto tipico della tradizione friulana, anzi possiamo dire che è proprio il piatto della tradizione friulana per antonomasia, nato come piatto povero e di recupero.

Nasce nella regione della Carnia come piatto povero, che si prepara con ingredienti semplici e facilmente reperibili dalla maggior parte delle persone, come le patate e le cipolle, che sono coltivabili anche in montagna.

Data la tipologia di piatto, risultava ottimo per il pranzo di contadini e boscaioli, infatti non doveva neanche essere riscaldato per essere mangiato.

Inoltre, essendo un piatto calorico e sostanzioso è perfetto per la montagna e per fornire l’energia necessaria per affrontare una lunga giornata!

Le strissulis, utilizzate da tradizione per preparare il frico, sono i ritagli del formaggio ricavati quando il casaro ne arrotonda la forma.

 

strissulis per frico

Strissulis di Latteria di Fagagna

Una curiosità sulle strissulis…

Una volta, capitava addirittura che le strissulis fossero proprio regalate dal casaro, essendo degli scarti di produzione.

Come si cucina il frico

Questo piatto viene preparato con formaggi di varia stagionatura, solitamente sono scelti il Montasio e il Latteria, da aggiungere alle patate.

Da tradizione vengono utilizzate le strissulis di formaggio, ma oggi si preferisce utilizzare il formaggio tagliato in pezzi, perché conferisce un sapore più deciso al piatto. In alternativa, si possono utilizzare anche le strissulis insieme ai pezzi di formaggio per avere un mix di formaggi più freschi e più saporiti.

Una curiosità sul formaggio…

Una volta non era raro che si utilizzasse anche la crosta del formaggio. Anche oggi può essere utilizzata, ma in questo caso è fondamentale utilizzare formaggi non industriali e lavare bene la crosta prima di cucinarla. Puoi utilizzare, per esempio, un formaggio Latteria biologico, come quello che puoi trovare nel nostro sito.

Un consiglio dalla chef su quali patate scegliere…

Per quanto riguarda le patate, come consigliato dalla chef Lorena De Sabata, è meglio utilizzare patate farinose, ma evitare le patate nuove, per ottenere un migliore risultato!

Oltre al formaggio e alle patate, nel frico possono essere aggiunti anche altri ingredienti, in base ai gusti personali. Infatti, esistono molte versioni di frico e ognuno ha la sua!

Ad esempio, possono essere aggiunti lo speck, la cipolla, i funghi, le erbe aromatiche…

Preparare il frico è un procedimento relativamente lungo, di certo non si tratta di un cibo veloce da preparare; prendersi il giusto tempo, senza fretta, per cucinare il frico friulano è la base per rendere il piatto davvero speciale!

Proprio per questo, nel nostro negozio online abbiamo tanti tipi di ottimo frico già pronto, preparato dai nostri produttori, ideale se volete una soluzione veloce senza rinunciare alla qualità e al gusto. Basterà scaldarlo per 5 minuti in padella!

Frico alla carnica con i semi di zucca ricetta chef
Frico alla carnica con i semi di zucca

Ricetta del frico alla carnica con i semi di zucca

Come dicevamo, ognuno ha la sua ricetta personale del frico e anche noi abbiamo la nostra. Abbiamo deciso di aggiungere un tocco di fantasia in più a questo piatto con l’aggiunta dei semi di zucca di Anaxum, uno dei nostri produttori, ma siete liberi di aggiungere ciò che preferite!

Qui di seguito puoi guardare la video ricetta del nostro frico alla carnica con i semi di zucca preparato dalla chef Lorena De Sabata.
All’interno del sito puoi trovare anche una pratica box che contiene gli ingredienti per la preparazione del piatto, alla quale aggiungere le patate e la cipolla dalla tua dispensa. In questo modo ti basterà seguire la ricetta passo passo per preparare il vostro frico fatto in casa con i semi di zucca!

Ingredienti

In questa ricetta non abbiamo inserito le dosi precise perché questa è una di quelle ricette “fatte in casa”, che si preparano quasi a occhi chiusi, senza seguire nessun ricettario né bilancia.

In ogni caso, si possono utilizzare le stesse quantità di patate e di formaggi.

Per quanto riguarda le quantità dei formaggi, variano in base al sapore e alle stagionature… consigliamo di utilizzare una quantità leggermente minore di formaggi stagionati e molto saporiti rispetto alle altre stagionature, ma ovviamente varia in base ai gusti personali!

Procedimento

  1. Tagliare la cipolla in piccoli pezzi, metterla in una padella aggiungendo solo un filo d’olio e stufare la cipolla a fuoco lento.
  2. Successivamente, pelare le patate e tagliarle a fettine.
  3. Una volta che la cipolla è appassita, aggiungere le patate tagliate a fette, un pizzico di sale e una generosa manciata di pepe nero. Continuare a cuocere a fuoco lento, assicurandosi che non si attacchino.
  4. Nel frattempo, tagliare a cubetti il formaggio stagionato, che darà sapore e quello più fresco, che darà cremosità.
  5. Quando le patate saranno cotte risulteranno asciutte e leggermente dorate, a questo punto schiacciarle e aggiungere i formaggi e i semi di zucca, metà tritati e metà interi.
  6. Mescolare a fuoco basso o spento per incorporare tutti gli ingredienti e terminare il frico creando la sua meravigliosa crosticina croccante, alzando la fiamma per dorare il frico da entrambe le parti.
  7. Prima di tagliarlo è meglio lasciarlo riposare per almeno 10 minuti e voilà il vostro frico è pronto!

 

Abbinamenti

A questo punto che il frico è pronto, con cosa mangiarlo?

Solitamente è un piatto che viene consumato caldo, generalmente come secondo piatto, accompagnato da salumi come il prosciutto di San Daniele, ma è anche un ottimo antipasto da servire sopra ad una fetta di polenta gialla abbrustolita, bella croccante! Frico e polenta, l’abbinamento perfetto.

Se vuoi abbinarlo ad un vino, vi consigliamo un Cabernet Sauvignon oppure un vino rosso di carattere, che ne esalta il sapore… ad esempio il Refosco di Faedis, lo Schioppettino o il Merlot.

Adesso l’unica cosa che ti resta da fare è mangiare, quindi buon appetito!

Approfondimenti

Per saperne di più sul Montasio puoi visitare il sito del Consorzio, ma meglio ancora… prenotarti un soggiorno nell’agriturismo della nostra Malga che si trova a 1600m sull’Altopiano del Montasio